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MILAZZO, 7 AGOSTO, VA IN SCENA PIRANDELLO!

PIRANDELLOTEATRO PER AMATORI CON TRE LAVORI MESSI IN SCENA DAL TEATRO STABILE DI MILAZZO. PER I PALATI PIU’ ESIGENTI.

Portare in scena il teatro pirandelliano: un impegno che non tutte le compagnie, preoccupate solo di strappare applausi e fare ridere il pubblico, possono permettersi. LO fa il Teatro Stabile di Milazzo, che si avvale dell’alto patrocinio della FITA, e di alcuni sponsor privati, che con l’elargizione di generosi contributi sono riusciti a compensare i costi affrontati per mettere in scena tre capolavori del drammaturgo siciliano. Per offrire ad un pubblico amante del teatro, quello che pretende rappresentazioni non solo dialettali o banali, anche dei lavori di vasto respiro. Jimmy Coppolino è il regista dei tre lavori, che domenica 7 agosto, con inizio alle ore 21, verranno rappresentati nell’Atrio del Carmine di Milazzo. Si attende un pubblico di qualità, competente e non distratto; che sappia cogliere il significato degli atti unici, e che sappia tributare i giusti applausi e le critiche. Tre lavori realizzati nell’arco di dodici anni di vita di Luigi Pirandello, dal 1910 al 1922. Lavori notissimi, come Lumie di Sicilia, in cui un ancora innamorato Nino Calcagno – Micuccio vuole rivedere la sua Teresina, divenuta con il passare degli anni Sina Marnis (Tiziana La Macchia) credendo che la stessa abbia accresciuto l’amore nei confronti del lontano spasimante segreto. Sulla scena le due cameriere (Maria Da Campo e Rossella Aliotta), che relegheranno Micuccio in anticamera, assieme a Zia Marta (Stefania Gitto), che non ha rinnegato la sua lontana umile origine. E’ la prima opera di un Pirandello ancora alle prime armi, che ha molto da imparare: a questa fase appartengono lavori i cui testi sono scritti interamente in lingua siciliana perché considerata dall’autore più viva dell’italiano e capace di esprimere maggiore aderenza alla realtà.

13590385_1093039930735175_1229825542126592323_nAlla seconda fase appartiene il teatro umoristico/grottesco. Pirandello presenta personaggi che incrinano le certezze del mondo borghese: è una visione relativistica della vita, e vengono rovesciati i modelli di comportamento ritenuti consueti. Per il drammaturgo è questa la dimensione autentica della vita al di là della maschera. La compagnia mette in scena La patente, in cui un maturo Cesare Terragna è Chiarchiaro, mentre Mimmo Picciolo, il giudice, avrà il compito non lieve di riconoscere al protagonista quell’attestato che gli possa permettere di esercitare un lavoro fino a quel momento precluso, proprio per la sua fama di iettatore! Sulla scena ancora una volta Nino Calcagno, assieme a Tiziana La Macchia e Santino Puliafito.

Infine la rappresentazione per antonomasia, quella che appartiene alla terza fase del teatro pirandelliano: L’uomo dal fiore in bocca. E’ una fase in cui le cose cambiano radicalmente: Pirandello tende a coinvolgere il pubblico che non è più passivo ma che rispecchia la propria vita in quella interpretata dagli attori sulla scena. Il protagonista è lo stesso regista, formatosi alla scuola del grande Maestro Vincenzo Messina, ed insignito lo scorso aprile del Premio Terminal 2016 per il teatro. Accanto a lui ancora Tiziana La Macchia, che ha mostrato la sua straordinaria versatilità ad interpretare ruoli di protagonista, mentre per la prima volta sulla scena ci sarà anche Nino Cagliari, la cui bravura è tutta da scoprire per il pubblico e per la critica.

Il Teatro Stabile di Milazzo si avvale, per questa serata, anche del Maestro Orazio Carnazzo, che accompagnerà con la sua chitarra i momenti più emozionanti delle trasposizioni teatrali delle opere pirandelliane. E chi, meglio di lui, originario della stessa terra del grande drammaturgo, avrebbe potuto rappresentare gli stati d’animo tipici delle opere pirandelliane?

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