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MILAZZO, AL COMUNE VA IN PENSIONE GIUSEPPE PICCIOLO

UNO DEI “VECCHI” DIPENDENTI DEL COMUNE COLLOCATO A RIPOSO: UN TRAGUARDO MERITATO per GIUSEPPE PICCIOLO, perché oggi tagliare il traguardo della pensione sembra un miraggio per molti, ed una volta che si giunge alla metà, è un sogno realizzato!

E il Comune di Milazzo si svuota, piano piano, di dipendenti d’annata, assunti decine e decine di anni fa, che vanno via lasciando in tutti un buon ricordo e un po’ di rimpianto! Giuseppe PICCIOLO, assunto il 1° aprile 1982, quindi un anno dopo di me, è stato un elemento di punta per l’amministrazione comunale. Inamovibile, responsabile dell’Ufficio Elettorale assieme a Mario Italiano, con cui intercorreva un ottimo rapporto, era anche componente della Commissione mandamentale Elettorale, e per anni ha svolto con impegno ed abnegazione il compito per il quale era stato chiamato.

Con Giuseppe Picciolo se ne va uno dei pezzi storici del comune; così mi ha detto un ex collega, incontrandomi e commentando l’evento. “Siamo di più ormai quelli andati in pensione – ha aggiunto – rispetto a quelli rimasti”, lasciando a me l’onere di fare i conti. Era normale, dopo una vita passata a lavorare in un ambiente che, nel corso degli anni, ha preso un pezzo del nostro cuore, al servizio del pubblico: che ci sia stato un impegno da parte di ognuno è fuor di qualsiasi dubbio. E mentre scrivo questo modesto saluto per Giuseppe Picciolo (che fra l’altro ha collaborato e continuerà a collaborare con questo giornale…), ripenso sorridendo a quanto, un giorno ormai lontano, mi disse un assessore, uno di quelli abituati al clientelismo ed al servilismo: “Brigadiere, io sono l’Assessore” intimandomi di fare un atto contrario alle regole; ed io, di rimando, “Ma lei domani non ci sarà più, caro Assessore, mentre io resterò il brigadiere, e devo dare conto ai miei ragazzi e alla mia famiglia di ciò che faccio o non faccio”; e se ne andò stizzito.

Quanti di questi episodi abbiamo vissuto, caro Giuseppe! Che li teniamo per noi o li commentiamo serve solo a far capire che abbiamo tenuto sempre la schiena dritta. Auguri anche a te, caro Giuseppe; anche tu sei dei nostri, ma ciò non significa che non debba rispondere più al telefono vedendo apparire quel numero del tuo ufficio: ci sarà chi avrà sempre bisogno di te. Te lo dice uno che da sette anni riceve le telefonate dei vecchi colleghi, per un motivo qualsiasi, e finge di arrabbiarsi! In fin dei conti, chi ha sempre pensato che, usciti da quel mondo, non ne vorrebbe più sentire, si sbaglia… . E’ giunto il momento di riposarti, caro Giuseppe, ma veramente! E dedicarti di più alla tua famiglia e a i tuoi cari!

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