Un tempo venivano chiamati complessi, oggi si parla di gruppi. In comune, fra i ragazzi di ieri e di oggi, quell’amore per la musica che sembra non voler finire mai! Molti di noi sono rimasti legati al passato, e di quelle mitiche formazioni musicali conoscevamo tutto: dal nome dei componenti, agli strumenti che gli stessi suonavano, ai titoli dei 45 giri acquistati per ascoltarli all’infinito, molti custoditi con cura, altri che portano i segni impietosi di graffi ma non per questo risultano meno apprezzati.
Eravamo negli anni 60. Nel corso degli anni successivi abbiamo assistito alla nascita di nuove formazioni, al passo con i cambiamenti dei gusti giovanili. Ma non sempre abbiamo gradito quella musica sdolcinata, certe esibizioni che non ci convincevano, e nemmeno i motivi, apprezzati dai più forse grazie alla nascita delle radio libere – e ci riferiamo ai complessi noti negli anni 70: quelle melodie che non ci appartenevano; quindi altri gruppi (le definizione “complesso” si evolve) che hanno fatto, come sempre, presa sui giovanissimi, ma non su noi che anni prima avevamo la stessa età di quegli stessi ragazzi! Abbiamo trovato sempre una giustificazione: l’appartenenza alla generazione precedente, cresciuta negli anni del benessere economico, ben disposta ad assimilare le innovazioni che provenivano da oltre oceano e a farci una cultura musicale grazie ai juke box, alle serate nelle balere, alla miriade di dischi ascoltati nelle feste in casa, ai tentativi spesso non andati a buon fine di avere anche noi un nostro complessino musicale! Insomma, la nostra età ci fa guardare con sospetto alle innovazioni e a rifiutare ritmi e musiche che a noi, buongustai dai gusti raffinati, abituati a Procol Harum, Led Zeppelin, Nomadi, Beatles o Platters, non dicono assolutamente nulla!
Ed allora scopriamo che la musica migliore è quella che rimane immortale, non conosce età, anche se di anni ne ha più di noi; e siamo contenti se a produrla sono ragazzi che conosciamo e che hanno capito, grazie alla loro esperienza, cosa offrire al pubblico! Ragazzi che abbiamo visto crescere, che abbiamo ascoltato quando cominciavano la loro avventura, e che oggi continuano a proporre musiche apprezzate da giovani e meno giovani, il modo migliore per mettere tutti d’accordo! HAVANA, nome esotico, è un tipico esempio di gruppo musicale nato per divertire gli ascoltatori e gli estimatori; i suoi componenti sono quattro, tre ragazzi ed una ragazza: Santino Visalli, 34 anni, milazzese, è alla batteria a scandire il tempo e i ritmi; Giuseppe Puglisi, chitarrista e voce solista, di anni ne ha 47, qualcuno in più di Vittorio Maimone, anche lui alla chitarra, che ne ha 44. A fare scendere la media e a costituire la novità è Lorena Cernuto, 19 anni, della quale TERMINAL si è interessato qualche anno fa, dedicandole un articolo esclusivo, dopo aver notato le sue doti musicali e l’estensione vocale, che in poco tempo l’anno portata ad interpretare brani di difficile esecuzione.
Il gruppo ha tutte le carte in regola per potere allietare il pubblico e offrire il meglio, scegliendo fra un vasto repertorio fatto di motivi che spaziano dal rock, al pop, alla disco music, ai brani evergreen! Ascoltarlo è un piacere, anche se la lunga pausa dovuta alla pandemia ha costretto questi ragazzi a mordere il freno ed attendere tempi migliori. Ma in attesa di riprendere le esibizioni, non hanno perso la loro grinta e determinazione: anzi, possiamo dire che oggi sono più motivati, desiderosi di offrire il meglio e trasmettere un messaggio di speranza, che porti a guardare avanti con fiducia e credere in un futuro non troppo lontano! Auguri, ragazzi! Verremo anche noi di TERMINAL ad ascoltarvi ed applaudirvi!
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