Ospitiamo una notazione del giornalista Mario Di Paola, alla quale abbiamo dato spazio su un numero di agosto del 2015. Da allora è cambiato ben poco… Era stata pubblicata anche su Facebook, e abbiamo letto anche i commenti di chi ha partecipato alla discussione. Non li riportiamo per motivi di spazio, ma saremmo lieti se qualcuno volesse intervenire su questa testata. Grazie.
Sono cominciate a Milazzo le ferie-di-ritorno dei Milazzesi che per ragioni di lavoro hanno dovuto lasciare la loro terra. Molti rientrano in abitazioni di parenti, altri utilizzano i tanti b&b sorti come funghi in questi ultimi tempi. Si tratta di ferie brevi e sostanzialmente con scarse ricadute economiche locali, che però vengono registrate come nuovo boom turistico. Quando finiranno le sagre del pesce … o delle melanzane … ; quando si racconterà la vera storia patria (da quel XX Luglio in poi) e si scoprirà che la nobiltà per decreto è stata la cancrena di una terra altrimenti benedetta; quando si spegneranno le luci sotto taluni uliveti contaminati da affari e malapolitica; quando chi scrive di Milazzo si libererà del giogo di sponsor e di politici accattoni e dirà la verità sulla città-malata, sui pochi che condizionano il futuro dei molti…solo allora si potrà parlare di futuro e di sviluppo possibile. Intanto ai Milazzesi-di-ritorno, da qui a mezz’agosto, continueremo a mostrare la cartolina di quel che resta di ponente. Levante lasciamolo all’autunno che verrà. Quando parleremo dei primi licenziamenti (o contratti-capestro non più rinnovati) nell’altro boom effimero della grande distribuzione; oppure all’inverno della grande industria che ci presenterà il conto di uno sviluppo subìto, in un territorio da bonificare e la fine prossima ventura di un ciclo produttivo amaramente già contingentato. Per i Milazzesi stanziali sarà un ritorno alla anomala normalità… Ma, per dirla con il Pifferaio: bando ai gufi. Torniamo alla splendida realtà. A proposito: avete comprato i pomodori-nostrali – made magari in Spagna – e la macchinetta per fare le bottiglie di salsa, la storica conserva di pomodori da donare ai cari parenti emigrati, o figli o nipoti di emigrati, che ora parlano nordista e ci danno lezioni di civiltà, protagonisti del tanto decantato ‘boom turistico’ di questi giorni?!