Ci scrive un lettore (al quale garantiamo l’anonimato) che ci pone la domanda. La pubblichiamo e la giriamo a chi dovrebbe dare la risposta…
– Caro Direttore, il suo giornale ha pubblicato nel 2020 una notizia che riguardava le case popolari. Era l’allora sindaco Formica il quale annunciava “la divulgazione dell’avviso pubblico per l’assegnazione in locazione semplice di alloggi di edilizia popolare siti nel territorio comunale secondo i criteri stabiliti nel recente regolamento comunale”; così riportava testualmente il giornale, che continuava: “… per partecipare al bando di concorso occorrerà presentare istanza entro e non oltre il 21 luglio 2020 utilizzando il modulo presente sul sito istituzionale del Comune di Milazzo o acquisibile presso l’ufficio Case popolari”.
Confesso che non sono interessato, ma gradirei conoscere se il bando ha avuto seguito! O meglio, se quelle case sono state assegnate. Non me ne voglia, caro direttore, se sono curioso, ma le case popolari ci sono, o il bando riguarda quelle costruite tanti anni fa che nel frattempo si saranno rese disponibili? Sempre ammesso che non siano state abusivamente occupate da chi non ne aveva nè il diritto nè alcun titolo, seguendo la prassi che la proprietà altrui può facilmente diventare di chi, spinto dalla necessità, ne approfitta!
A meno che non ne saranno state costruite altre, per rimettere in moto l’economia dopo i due anni di pandemia, ed io non me ne sia accorto! Vedo impalcature e ponteggi, ma ho ragione di credere che siano stati realizzati per adeguare i palazzi ed usufruire del 110 generosamente distribuito dallo Stato, non certo per edificare case popolari. E pensare che ci sono stati anni in cui grazie alle case popolari decine e decine di famiglie hanno avuto la possibilità di ottenere un alloggio, di cui molti sono stati riscattati, e tante famiglie sono diventate a tutti gli effetti proprietarie di una casa!
Non credo che le condizioni economiche degli italiani, o dei miei concittadini milazzesi, siano migliorate al punto da non prevedere nuove costruzioni di edilizia popolare. Milioni di famiglia vivono al di sotto della soglia di povertà, e non sono rari i casi in cui nel nucleo familiare ci sono persone che necessitano di supporto o di assistenza. Di costoro spesso se ne fanno carico le associazioni di volontariato o i servizi sociali, per garantire un pasto caldo, un aiuto, un sostegno, l’assistenza sanitaria o le medicine. Ed anche il reddito di cittadinanza, nonostante le opposizioni alla sua erogazione, è diventato un sussidio che torna comodo, specialmente in ben determinate zone del nostro Paese.
Caro Direttore, io ritengo che la realtà di Milazzo non sia diversa dal resto dell’Italia dove reddito di cittadinanza, assistenza, volontariato, servizi sociali, spesso anche lavoretti per sbarcare il lunario sono indispensabili per la sopravvivenza. Ma le case popolari? In caso di una richiesta, presentandosi casi disperati, difficoltà che non possono essere affrontate o superate, ogni Comune è in grado di garantirle o ha i fondi necessari per alloggiare il richiedente in un altro immobile? E se non dovesse essere in grado, perchè da decenni (e mi riferisco a Milazzo, non conoscendo altre realtà) non ne sono state costruite, cosa fare?
Ecco il mio quesito, Direttore! A chi occorre rivolgersi, a quale porta si dovrà bussare, quale politico dovrà essere scomodato affinche il cittadino bisognoso possa ottenere, naturalmente nei casi previsti, un alloggio popolare? A quale Santo occorre votarsi, se proprio non si vuole scomodare il politico, che spesso i miracoli li fa a determinate condizioni? Non crede che sia un dovere di ogni comune fare delle opportune richieste agli istituti autonomi, così come si chiamavano un tempo, al fine di un investimento immobiliare per andare incontro alle esigenze dei più bisognosi?? O bisogna mettere in atto le azioni consuete dell’occupazione abusiva dell’alloggio, così come fatto per anni, confidando nella sanatoria?
Non è il mio caso, le ho detto prima. Temo purtroppo che chi si trova in difficoltà, e non ha nulla da perdere, potrebbe forzare un’abitazione occupandola. Una qualsiasi!
La ringrazio per avere ospitato questo mio scritto.
RISPOSTA: Non consiglio di forzare un’abitazione occupandola: neanche se si tratta di immobili fatiscenti e pericolanti, e mi pare che il rave party di Modena possa essere un esempio, almeno con il nuovo governo. In quanto ad altre case di civile abitazione, chi lo fa si assume tutte le responsabilità: non solo penali, ma anche i danni fisici che potrebbero derivargli! Lei parla di CASE POPOLARI: non conosco il campo, ma ritengo giusto che l’IACP, come si chiamava un tempo (ma non credo che ci sia stata una variazione) debba avere tanti soldini e le idee chiare delle esigenze nel territorio. Se non le ha, non merita alcuna giustificazione. Siamo decenni indietro rispetto ad altre parti della nostra nazione, ma lo spreco di denaro pubblico ha un comune denominatore. Abbiamo una rete stradale indegna di essere chiamata tale, ma si ritorna a parlare di Ponte sullo Stretto senza che nessuno dei nostri deputati siciliani o calabresi faccia notare che ci sono emergenze improcrastinabili, urgenti.
La casa popolare è un’emergenza oltre che un diritto per chi è in evidenti difficoltà. Inutile dire a costui che il Ponte sullo Stretto è una priorità!
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