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MILAZZO, COMMENTIAMO L’AGGRESSIONE ALL’INSEGNANTE AL “LEONARDO DA VINCI”: LA SCUOLA INFORMA GIORNALMENTE I GENITORI

Da LE CRONACHE DEI SICILIANI” del 12/6/24

“I genitori non potevano non sapere”. Così la professoressa Maria Grazia Celi, una collega del docente di matematica aggredito, ha commentato la violenza da parte di uno studente 17enne bocciato all’istituto “Da Vinci” di Milazzo.

“Si sostiene che i genitori convocati erano peraltro sorpresi, ma nessun genitore, se non volutamente, può essere disinformato della situazione scolastica del proprio figlio. Esiste ARGO (o simili), ovvero il registro on line dove si annota secondo per secondo ciò che avviene durante la giornata, lezioni, compiti, voti, note, promemoria, ammonizioni, impreparazioni, ingressi e/o uscite al minuto esatto in cui avvengono, con immediata notifica su ARGO. I criteri di non ammissione alla classe successiva – continua la docente – sono stabiliti nel PTOF che il genitore è tenuto a leggere attentamente nel momento in cui iscrive il proprio figlio a scuola, e che comunque viene aggiornato ogni tre anni e integrato ogni anno. La non ammissione significa un totale di insufficienze gravi superiori a 3,4 (dipende dal PTOF di ogni singola scuola) e che comunque il genitore sa benissimo che il proprio figlio ha (tutto evidenziato in rosso nella media dei voti sul registro). Nessuna sorpresa nel 2024, con la tecnologia che ci sovrasta, dove tutto viene subito pubblicato alla luce del sole – dice ancora – Nessun figlio può più nascondere la situazione didattica e disciplinare al proprio genitore, perché ad ogni genitore viene consegnata la password del registro diversa dal proprio figlio per evitare manomissioni da parte di quest’ultimo. Se poi un genitore, per scelta personale, non vuole installare il registro elettronico, non vuole vedere, non vuole sapere le varie ammonizioni, impreparazioni, note disciplinari, non è colpa dell’insegnante. Il registro è un atto ufficiale. Non è certamente aggredendo un insegnante (fisicamente, verbalmente o per iscritto) che si affronta una “sconfitta”… Che poi sconfitta non la si può chiamare, perché è il risultato consapevole di un percorso di studio e di crescita formativa durato un anno in cui, evidentemente, lo studente non è riuscito a impegnarsi come avrebbe dovuto (o potuto). Noi insegnanti siamo prima di tutto “educatori” e non siamo gli amici degli alunni, li confortiamo se hanno problemi, li ascoltiamo, li amiamo, ma questo non significa che l’affetto e il bene debba essere frainteso come promozione. La valutazione scolastica non è la valutazione della vita personale. Il bene dell’alunno passa anche attraverso una caduta, nella speranza che si rialzi e prenda coscienza dell’errore commesso e da esso impari. Al collega un grosso augurio di una pronta guarigione!”.

Intanto massimo riserbo sul fronte delle indagini da parte degli agenti del Commissariato di Polizia che hanno individuato il 17enne. Le condizioni di salute del prof di matematica non sono gravi, anche se avendo battuto la testa a causa della rovinosa caduta a terra, in seguito ad una violenta testata, è stato trattenuto dai medici in osservazione al Fogliani e sottoposto ieri sera ad una Tac per escludere la presenza di emorragie o fratture craniche.

COMMENTO. Sono passati alcuni giorni e siamo tornati solo oggi sull’argomento. Noi di TERMINAL abbiamo una sola colpa, e cioè quella di aver vissuto gli anni della contestazione, di avere fatto il SESSANTOTTO. Volevamo cambiare la scuola, ma non ci siamo mai sognati di darla in pasto a che, fin dalla prima elementare, ha regalato le promozioni. L’avessimo solo immaginato, saremmo rimasti al nostro posto! I genitori pretendono tutto, rispetto al passato, e non si sono adeguati ai cambiamenti che avvengono ogni anno, a seconda che al governo ci sia questo o quel ministro. In ogni caso, a scuola si va per studiare, per apprendere, per avere un trampolino di lancio nella vita. Oggi, mancando la famiglia, ed è la pura verità, basta guardarsi attorno, tutto è demandato alle scuole, ricoperte di fondi economici per fare la balia ai nostri figli. Tutti sono contenti, però ogni tanto qualcuno deve pagare lo scotto della propria impreparazione: purtroppo ad ogni costo la scuola deve assicurare la promozione, e gli insegnati devono compilare carte che non leggerà mai nessuno se vogliono rimandare un alunno: chi ce lo fa fare? Via, tutti promossi, toglietevi dalle scatole! Prima ve ne andate, meglio è: ci penserà la vita a fare una selezione.

Ma siamo proprio sicuri? In questa Italia entrata da un quarto di secolo nel nuovo millennio anche le lauree sono più facili: anzi le pubblicizzano sempre più alla tv. Quindi neanche la vita la farà la selezione! Tutti promossi, e che nessuno lo sappia perché c’è la privacy!

Ai miei tempi, dicevano con un pizzico di nostalgia i nostri genitori! Chi mai si aspettava che l’avremmo dovuto dire anche noi! Aveva ragione quel signore che, già negli anni 60, si fermava davanti al Liceo e urlava: Chista non è scola: è burdellu! Ed erano gli anni 60! Figuriamoci ora!

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