LA REALTA’ DEGLI ANZIANI IN UN PAESE, L’ITALIA, CHE CERCA I GIOVANI A TUTTI I COSTI…
Come dovremmo vivere, una volta anziani e senza lavoro? Giocando a carte e parlando del tempo migliore? Seduti in marina, a guardare il mare, la raffineria, il numero sempre crescente di barche ormeggiate? Raccontare dei nostri anni, come quelli che ci hanno preceduto hanno fatto dei loro, con episodi di guerra ripetuti fino all’esasperazione? O partendo per i pellegrinaggi o per altre gite, e mangiare di tutto, anche se il medico lo ha vietato?
“E che mi deve fare? – si giustificano assaltando la frittura di pesce surgelato, le patatine o la fetta di torta – Il fegato, la glicemia? Quando ritorno a casa, manciu pastina cull’ogghiu!”
I soliti buoni propositi. E sull’autobus, cantare a squarciagola stornelli e canzoni di Claudio Villa e Nilla Pizzi, del Quartetto Cetra e – ma sì – di Nico Fidenco, Edoardo Vianello e di Mina. E raccontare quello che accade agli anziani, per cercare commiserazione e trovare conforto da chi, probabilmente, sta peggio di noi.
Lo fecero tempo fa tre amici, seduti in un circolo. Si lamentavano dei loro malanni. Il primo diceva: “C’era l’ascensore guasto. Sono salito al terzo piano con le borse della spesa. Sapessi l’affanno!”.
“Il cuore, caro mio! La mancanza di movimento. Ormai siamo arrugginiti!” aggiunse il secondo “Dimentichi che hai settant’anni? Io che dovrei dire? Ne ho settantacinque, non mi posso più legare le scarpe! L’altro giorno mi sono chinato, e ancora mi fa male la schiena. Vado avanti a pomata!”. “Voi parlate di dolori! E io che non mi ricordo più le cose?” sospirò il terzo.
“Un principio di Alzheimer? Minchia, non ci voleva! Hai parlato col dottore? Come te ne sei accorto?” incalzava il più primo.
“Così, per caso! Tempo fa ho preso una badante per accudire mia madre. Sai, non ne potevo fare a meno, ha bisogno di assistenza! E’ una bella signora dell’Est. E io vado più volte al giorno da mia madre, per vedere se ha bisogno di qualcosa. I primi tempi, lo confesso, la guardavo con occhio libidinoso. Lei se n’è accorta, e mi faceva i sorrisini. Insomma… mi ha fatto capire che… ci stava. L’altro giorno, come al solito, mentre mia madre era in bagno, l’ho buttata sul letto. Ma quella mi ha rimproverato. E qui mi sono accorto che non mi ricordo più le cose”.
“Ma perchè, cosa ti ha detto?” intervenne incuriosito uno dei due.
“Che mi ha detto? Peppino, oggi è già la quinta volta! Ma io non lo ricordavo più! Sono veramente messo male! Sto rincoglionendo!”.