IPOTESI PESSIMISTICHE SUL FUTURO DELLA NOSTRA CITTA’, MA NON SIAMO SOLI IN QUESTA PROSPETTIVA FUTURA: CENTINAIA DI COMUNI, GRANDI E PICCOLI, CI FARANNO COMPAGNIA. NOI NON CI SAREMO, DICEVANO I NOMADI, FORSE NEMMENO I NOSTRI FIGLI, MENTRE I NOSTRI NIPOTI SARANNO LONTANI, A LAVORARE ALTROVE. FORSE SOLO COSI’ RIUSCIREMO A COMPRENDERE IL PERCHE’ DEI FLUSSI MIGRATORI E DELLO IUS SOLI!
Servono cittadini italiani, servono nuove braccia per il lavoro. E visto che gli Italiani non hanno intenzione di mettere al mondo figli, ci pensa il governo. Anzi, ci pensa l’Europa, che a parole vorrebbe arrestare i flussi migratori, ma fino ad oggi non ha fatto nulla di concreto.
Milazzo non si discosta da un trend nazionale che da decenni avevo previsto: addirittura nel 1994 fornii una previsione a 15 anni (quindi nel 2008) sul numero di abitanti che la nostra città avrebbe dovuto avere: lo stesso numero di quello registrato in quell’anno, scostamento non più di un centinaio! Meravigliando, proprio dopo quindici anni, lo stesso richiedente, che tornò a verificare i dati e si congratulò per l’esattezza con cui erano stati forniti!
Cosa ci fu alla base di quel conteggio? La mancata prospettiva di lavoro; la diminuzione delle nascite; l’allungamento della vita; la possibilità di trovare, nell’hinterland, alloggi a prezzi più appetibili rispetto a Milazzo.
Oggi ci si accorge che l’allungamento della vita e il calo di natalità sono alla base dell’inversione delle piramide dell’età. Fattori questi già considerati in un libro pubblicato dalla nostra Associazione nel 2001 in cui si invitavano i medici a specializzarsi in geriatria piuttosto che in pediatria!
Errori madornali purtroppo sono stati commessi anche in campo nazionale, dai maggiori esperti della statistica e della demografia. Che fin dalla seconda metà degli anni 90 ritenevano che i flussi migratori potessero restituire linfa alle nascite, portando all’aumento della popolazione, proiettata in Italia a 48 milioni di abitanti per il 2020! Ben presto i dati furono corretti, ma ci si accorse dopo qualche anno che chi veniva da un altro stato o da un altro continente si era adeguato agli standard europei, evitando per motivi legati al mantenimento e a tanti altri fattori di prolificare, così come faceva nel paese d’origine.
Milazzo dal 1991 ad oggi ha lo stesso numero di abitanti, ma quel che è aumentato è proprio il tasso di invecchiamento!
Se i giovani si spostano per cercare lavoro o studiare altrove, non è detto che spostino anche la residenza… e per questo non notiamo la loro assenza nel ricambio occupazionale. Dirò di più: fra venti anni la nostra città è destinata a perdere, a causa di fattori naturali (mortalità) almeno diecimila abitanti! Saranno rimpiazzati? Se no, Milazzo sarà una città di poco più di ventimila abitanti; quindi occorrono fattori nuovi, scelte politiche, creazione di posti di lavoro che possano incoraggiare le immigrazioni, o le formazioni di nuove famiglie che scelgano Milazzo così come hanno fatto nei primi anni 60, quando la popolazione da 21 mila abitanti è passata, in un ventennio, a 27 mila! E a 30 mila nel 1981… Ma allora c’era la Raffineria, che bloccò l’emigrazione!
Pensare che il piano regolatore della città, quello che diede il via allo spostamento del nucleo abitativo nella zona di Ciantro San Paolino, alla stazione a Grazia, e a tutte le infrastrutture verso la piana prevedeva 80 mila abitanti, per il 2008!
Il perchè di questi conteggi volutamente errati, ma tutto secondo quanto era stato programmato, me lo spiegò la stessa persona che venne nel mio Ufficio, ad un paio di mesi dalla sua istituzione, a chiedermi la previsione a 15 anni: “Pensi un po’ alla lievitazione dei costi dei terreni agricoli in determinate zone! E a quanti miliardi sono stati intascati da chi possedeva un fazzoletto di terra, espropriato per fini di pubblica utilità!“, mi disse… Quindi solo interessi, speculazioni, cementificazione…
“E quanti miliardi spenderanno, nel corso della loro vita, ho risposto io, tutti coloro che hanno acquistato un alloggio dopo quello che era definito il limite della città, il passaggio a livello, non avendo considerato la mancanza di infrastrutture in un quartiere che definire solo dormitorio è un eufemismo?” E nei confronti del quale ancora oggi non viene previsto alcun collegamento veloce con bus di linea che, partendo ogni dieci minuti, portino i residenti nel centro città, verso gli uffici, le scuole, i servizi; e viceversa! Ecco spiegato anche il movimento consistente di autovetture che transitano giornalmente dal vecchio passaggio a livello di San Paolino: non meno di 8000 al giorno, molte delle quali, sempre le stesse, per due o tre volte, avanti e indietro!
Interesserà a qualcuno, in un’ottica di revisione del piano dei trasporti pubblici, facilitare gli spostamenti in una città che fra trent’anni diventerà FANTASMA? Ci saranno i milazzesi, ma probabilmente saranno i cittadini stranieri ai quali, con lo Ius Soli o altri espedienti legali, sarà riconosciuta la cittadinanza.
Sicuramente un domani lontano per noi saranno loro i nuovi amministratori e magari meglio dei milazzesi che hanno governato fino ad oggi troveranno soluzioni più congeniali per loro!
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