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MILAZZO, IL 30 GIUGNO SPETTACOLO DI ANNALISA INSARDA’ NELL’ATRIO DEL CARMINE

Ritorna a Milazzo l’attrice ANNALISA INSARDA’, autrice e protagonista di uno spettacolo da lei stessa scritto. Un ritorno graditissimo (l’attrice è stata premiata per i suoi ruoli drammatici con il PREMIO TERMINAL 2012, lo stesso anno di Lando Buzzanca) in una serata fortemente voluta dal Presidente della Teseo, dott. Attilio ANDRIOLO, che si avvale del patrocinio del comune di Milazzo, e che si svolgerà nell’Atrio del Carmine di Milazzo il prossimo 30 giugno, con inizio alle ore 21.

“Parole femmine” è un reading teatrale, che vuole porre l’accento sul lavoro che in questa epoca si sta ponendo in essere per adeguare il linguaggio alla nuova realtà che passo passo va costruendosi, con evoluzioni ed involuzioni, concretezze e voli pindarici, con richieste sacrosante ma anche pretestuose, non senza scontri, a volte anche feroci, all’interno della società civile.
Lo spettacolo affronta con ironia e dissacrazione questa contemporaneità concentrata ad ottenere nuovi equilibri e nuovi slanci, soffermandosi su alcuni argomenti, tutti declinati rigorosamente al femminile, che raccontano, scendendo nel dettaglio, con anche l’aiuto di canzoni a tema, il motivo per il quale certe parole sono necessariamente femminili, come se la forma sostenesse il contenuto. Le indagini riportate nel testo sono frutto di deduzioni degli autori attinte da certi aspetti antropologici ai quali si è fatto riferimento. La narrazione, come lo spirito di questo lavoro, è irriverente; i tratti salienti di alcune tematiche, però, non lasciano spazio a ottimismo o ironia, ma scendono con fermezza e durezza e nel cuore del problema che rappresentano, o della caratteristica che incarnano. Il riferimento a femminile e maschile , e alle loro diversità, è costante. Così come il riferimento ai concetti di parità e uguaglianza. La “ leggerezza” con cui vengono trattati alcuni argomenti è un modo per riflettere sul tema del femminile-che oggi più che mai è attuale e spesso esclusivo nel dibattito pubblico-senza impantanarsi però in ostilità dannose, che l’ironia è sempre la chiave che apre il luogo della coscienza senza la necessità di scassinarlo. La “forza” con cui invece si trattano degli argomenti, è un modo per impedire che alcune piaghe si normalizzano fino a diventare tessuto sociale accettato, ancorché auspicabile.

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