Il bibliotecario più famoso d’Italia è il maestro Antonio La Cava. Originario di Ferrandina, in Basilicata, insegnante elementare in pensione, 77 anni, dal 1999 gira per le strade del Sud Italia col suo “bibliomotocarro” blu carico di libri, che regala ai giovani studenti per invogliarli alla lettura.
L’alunno Giorgio Giaimo della classe II C della secondaria Garibaldi ha preparato un’intervista che gli è stata sottoposta. Ecco quanto riportato sulla pagina facebook della Scuola.
1 Cosa direbbe ad un giovane della mia età per convincerlo a preferire o anteporre la lettura di un libro ad una sessione di videogiochi?
Caro Giorgio e cari fanciulli della II C, rispondo con gioia alle vostre domande e mi complimento con voi e, ovviamente, con la professoressa per aver pensato a me rispetto al problema della crescente disaffezione nei confronti del libro e al progressivo affievolimento del rapporto tra libri e mondo della fanciullezza. Promuovere il libro e la lettura non è facile e, soprattutto, non esiste una ricetta per diventare lettori; esiste, invece, un cammino, un percorso che comincia dai primissimi anni e, perciò, in famiglia. Questo cammino (percorso) può essere lungo, piacevole, gioioso, sofferto, fatto di libri toccati, sfogliati, accarezzati, baciati, buttati via, allontanati, amati…
Ecco, amati: tu, Giorgio, hai detto che sei un lettore e certamente sei innamorato dei libri, sei appassionato di libri. uesta è la strada: per diventare lettori, per essere lettori bisogna arrivare alla passione per i libri. Se è importante il ruolo della famiglia (il Bibliomotocarro è una casa il messaggio è chiaro), fondamentale è il ruolo della scuola, a cominciare da quella per l’Infanzia, la Primaria (soprattutto) e la Secondaria di 1° e 2° Grado. Se e quando accade questo (accade raramente, ma accade), non ci spaventa nessun video-giochi, che perciò possiamo tranquillamente fare, divertendoci anche, perché siamo forti, forti di quella passione per i libri che ci fa apparire i video-giochi e tutti i nuovi mezzi un aggettivo, cioè qualcosa di moderno che si “aggiunge” al sostantivo che è Umanesimo, cioè tu, io, noi…
2 Nell’arco della sua esperienza lavorativa è venuto in contatto con molte generazioni di adolescenti , quali differenze nota tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi?
Ho fatto il maestro elementare per 42 anni, avendo iniziato il 67/68 ed essendo andato il pensione il 2009/2010: tempo lunghissimo in cui il mondo è cambiato tante volte e, con il mondo che cambiava, cambiavano anche gli interpreti e, quindi, anche i bambini, i fanciulli, gli adolescenti; è cambiata tante volte anche la scuola: maestro unico, tempo pieno, tre maestri su due classi. Quello che, però, non è mai cambiato (e non cambierà mai per fortuna) è il fascino dell’educare, l’importanza dell’educazione; una volta famiglia, scuola, chiesa, poco altro e tutto era più semplice, più chiaro… Oggi gli stessi soggetti, più altri come sappiamo; ma la famiglia, la scuola, NON CE LA FANNO: vanno sostenute adeguatamente, perché senza la famiglia e la scuola non andiamo da nessuna parte!
3 Com’è nata la sua originale idea di girare a bordo di una moto ape trasformata in biblioteca errante? Ha un significato particolare la scelta di questo mezzo di trasporto?
L’idea è nata sul finire del millennio, 1999. Il Bibliomotocarro nacque semplicemente perchè ce n’era bisogno: c’era bisogno di un’iniziativa che da un lato richiamasse l’attenzione sul difficile problema che stava emergendo e dall’altro avesse la forza di indicare una possibile soluzione e la soluzione non poteva che essere quella: Mettere le ruote ai libri e metterne tre, le ruote del mezzo più umile, più semplice, più povero, più accessibile. La scelta del mezzo è stata decisiva, fondamentale, perchè portatrice di una carica rivoluzionaria. I Libri sono da sempre simbolo ed espressione di una cultura aristocratica, di pochi e per pochi, dovevano invece diventare simbolo ed espressione democratica , di tutti e per tutti.
4 Qual è la più grande gioia o soddisfazione al di là dei riconoscimenti o onorificenze pubbliche, che ha provato grazie al suo bibliomotocarro blu?
Un giorno ero a Francavilla Fontana (BR), era il 2014 e un fanciullino mi disse: “Maestro, come ti senti ad essere l’idolo di tanti bambini!”. Non era mai successo, nessuno mi aveva mai detto una cosa simile, né lo avevo mai immaginato.
Noi sappiamo chi sono gli idoli; pensare, sia pure per un solo istante, che idolo dei bambini possa essere un un bibliotecario, un maestro di strada, non solo mi diede gioia e soddisfazione, ma soprattutto ci fa capire che questa difficile “partita” della promozione del libro e della lettura, non solo la possiamo giocare ma la possiamo addirittura vincere!
5 Prevede uno sviluppo futuro della sua iniziativa magari estesa al territorio nazionale?
Il mondo, che cambia continuamente e in maniera repentina nella direzione dei mezzi di comunicazione di massa, ci porterà sempre più nella direzione della comodità, anche della semplicità e noi non ci dobbiamo spaventare; e non ci spaventeremo se saremo “forti” ed “appassionati” di libri.
6 Ritiene che l’e-book possa soppiantare il tradizionale “ vecchio” libro cartaceo e se così fosse, con quali conseguenze?
I mezzi di comunicazione di massa sono utilissimi ed indispensabili, ma i libri restano in-so-sti-tui-bi-li.
Ecco perché dico che “IL BIBLIOMOTOCARRO E’ UN’IDEA POSTMODERNA.
– RINGRAZIAMO L’IC PRIMO per averci offerto la possibililità di pubblicare questa interessante intervista e ci auguriamo che i più giovani possano avvicinarsi sempre più alla lettura… anche se a stimolarli non c’è un maestro bibliotecario con il suo motocarro! Grazie alla dirigente Elvira Rigoli, grazie alla prof.ssa Caliri, grazie a tutto il corpo docente e non docente della scuola, grazie a Giorgio per le sue domande, grazie al Maestro La Cava che con le sue risposte ci ha fornito l’occasione per riflettere.
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