Incidenti stradali causati dalle più semplici inosservanze delle norme… non di quelle del Codice, ma del vivere civile! Proprio di questo si tratta, e mancando l’educazione basilare, quella che dovrebbero impartire i genitori, che troppo spesso delegano alla scuola, ecco che si verificano incidenti inspiegabili! A San Pietro di Milazzo non vengono reclamati dossi, attraversamenti o limitatori di velocità. Non vengono nemmeno chiesti autovelox o vigili per scoraggiare chi circola a bordo di auto o moto. A San Pietro, periferia di Milazzo, basta una disattenzione, una semplice distrazione, complice magari il cellulare (saremmo lieti se l’aumentato numero di vigili urbani fosse destinato a reprimere l’uso sconsiderato del cellulare che si fa alla guida piuttosto che cercare l’auto in sosta vietata…), per meritarsi i titoli in prima pagina, un servizio di cronaca nera, una foto come quella che ci è stata mandata per denunciare ciò che è passato inosservato. Ed un video che teniamo per noi, con tanta di autorizzazione da parte della persona investita, che ci prega di pubblicare e a denunciare, contestualmente, il rischio quotidiano: che sia la spiaggia di Ponente, la panoramica, piazza Caio Duilio o S. Pietro poco importa. “Erano le 19 di martedì sera. Non c’è traffico a quell’ora a San Pietro, ed io stavo andando a prendere i miei nipotini al vicino parco giochi, ci dice Giusy, nome di fantasia, quando una macchina mi arriva addosso. Cerco di evitare l’urto, temendo il peggio. Ma non ce la faccio! Mi sembra di morire! Un urlo, un colpo tremendo, un dolore lancinante. Vedo solo una donna alla guida, che nonostante tutto non si ferma. Finisco per terra, e subito accorrono persone per aiutarmi.“
Giusy prosegue il suo racconto, aggiungendo che viene subito chiamata un’ambulanza che la trasporterà al Pronto Soccorso. La prognosi è di 15 giorni per le ferite riportate. Ma non è tutto: vengono chiamati anche i Carabinieri, e ci si augura che una telecamera di sorveglianza della zona abbia ripreso tutto, per cui ci sono buone possibilità di risalire alla macchina investitrice e ad assicurare alla giustizia il responsabile. Che sia una donna poco importa: deve servire da esempio per scoraggiare azioni che rimarrebbero impunite e educare al rispetto delle norme fondamentali del vivere civile. Così come detto più volte, non è questione di velocità, poichè un pedone investito da una macchina, anche se questa circola rispettando i limiti, subisce danni inimmaginabili. L’educazione alla guida è fondamentale! Non sappiamo se chi guidasse in quel momento avesse in mano il cellulare, e l’incidente sia stato causato dalla distrazione o dalla dipendenza, come una nuova droga! Fatto sta che una donna ha rischiato la vita e porterà addosso i segni di quel terribile momento.
Ha voluto raccontarci la sua traumatica esperienza, l’abbiamo ascoltata; ci siamo spinti oltre pubblicando la foto che ci ha fatto avere (ormai ci sono improvvisati fotografi che aiutano anche a ricostruire le scene tragiche) e abbiamo voluto completare questo articolo con il nostro consueto commento. Non è un solo fatto di cronaca quello che è accaduto alle 19 di martedì a S. Pietro: è un esempio di inciviltà, di pessima educazione, di egoismo. Inutile parlare di anarchia: non si tratta di questo. Si tratta piuttosto di reprimere comportamenti quotidiani che offendono, ed è compito di chi deve fare rispettare le leggi e tutelare l’incolumità dei cittadini. Solo così gli stessi cittadini si sentiranno sicuri, e non acquisiranno cattivi esempi che, immediatamente, metterebbero in pratica!
A “Giusy” vanno i nostri più sinceri auguri. Alla signora investitrice un consiglio: presentarsi presso i Carabineri per autodenunciarsi ed evitare conseguenze peggiori!
Commenti
L’altro giorno una “signora” ha fatto inversione a U sulla salita del quartiere quasi di fronte alla caserma dei carabinieri con una mano al telefono (quindi mette parlava al telefono) e l’altra al volante. Io scendevo dal Capo con la vespa a velocità intorno ai 30 km orari. Ho piantato una frenata con entrambi i freni ma al posteriore ho freno a tamburo per cui si è bloccata la ruota e la vespa è andata in sovrasterzo sbandando palesemente e rischiando di farmi veramente male se non fossi riuscito a tenerla in piedi. La signora nel frattempo non SI È NEMMENO ACCORTA SI NULLA ed ha continuato la sua strada fino alla rotonda di piazza Roma. Grazie “Signora” la prossima volta magari ne leggiamo un’altra di notizia magari perché il motociclista “correva”…. “Signora” il telefono se lo metta un un altro posto mentre guida… e ci metta pure la vibrazione…