TANTE LAMENTELE PER UNA GARA CICLISTICA CHE DOVEVA CORRERSI … AL BUIO. PURTROPPO QUESTO SUCCEDE QUANDO CI SI IMPROVVISA “ORGANIZZATORI”. ED EMERGONO LACUNE CHE L’AMMINISTRAZIONE NON VEDE, O FINGE DI NON VEDERE!
Non è la prima volta. Ma purtroppo non sarà neanche l’ultima, e a poco varranno le lamentele, i commenti, le proteste di chi vorrebbe vivere una giornata di sport, di chi vorrebbe assistere a manifestazioni che possano diventare il fiore all’occhiello di una città in cui tutti si improvvisano organizzatori di eventi sportivi, persino degli stessi partecipanti che giudicano pericoloso correre, è il caso della gara ciclistica, una notturna su strade scarsamente illuminate, in condizioni di visibilità inesistenti, solo per dire che “abbiamo organizzato una gara di ciclismo”! Intanto si concedono autorizzazioni senza valutare le condizioni elementari per tutelare non solo i corridori, ma anche e soprattutto gli spettatori. E si chiude una città, che dovrebbe essere chiusa per altri motivi, e lo abbiamo sempre sostenuto, puntando su una mega isola pedonale e su una ZTL. Si improvvisa, perchè è questa la parola d’ordine in una città nella quale proprio l’improvvisazione è il filo conduttore: cosa importa se le condizioni per fare svolgere una gara in notturna non esistono? Cosa importa se i negozianti vengono sequestrati per giorni mentre si svolge una gara di go kart che mette in ginocchio le attività commerciali del centro? Cosa importa se Gianfranco Andaloro e Sergio Chillè hanno organizzato due manifestazioni sportive che hanno fatto parlare l’Italia per il successo ottenuto. Riproponiamo altre gare, in una città che ha bisogno di sport, ma avrebbe bisogno, prima ancora, di essere amministrata secondo criteri di efficienza che tardano a venire a galla, sommersi come sono nell’approssimazione e nell’incapacità gestionale. Vergognatevi e Dimettetevi, si scrive e si grida da più parte, e i commenti sui social hanno raggiunto proprio in questa estate delle condivisioni impensabili fino a due anni fa! Senza dubbio ci sono delle colpe, se si naviga a vista e se si collezionano insuccessi, uno dietro l’altro. E il milazzese non può essere sfamato con il “panem et circenses“, perchè si continua a credere che viva nel neolitico e se oggi protesta, domani si sarà abituato alle carenze e ai disservizi, e sopporterà per rassegnazione; e magari tornerà a votare sempre per gli stessi, proprio per la convinzione che “questo o quello, per me pari son!“. No, ci pare che non funzioni più così; e certe manifestazioni sportive che denunciano l’incompetenza e l’approssimazione di chi organizza non fanno altro che assestare potenti spallate ad un potere politico che si regge solo sulla convinzione che tutto sia lecito: come mantenere le strade sporche, luride e puzzolenti, poichè non c’è acqua per annaffiarle; o chiudere il Borgo o il Tono perchè vige la politica dello struzzo, ed è meglio non vedere; o tirare in campo l’alibi non più credibile dell’esiguo numero dei vigili, quando ci sono città, in Italia, nelle quali la figura del vigile è superflua, proprio per il rispetto che tutti, cittadini e forestieri, hanno nei confronti di quella stessa città e delle leggi che devono essere osservate! Ci fermiamo qui… potremmo andare lontani, ma siamo partiti… in notturna, proprio come la gara ciclistica con la quale si è aperta, facendo sparare a zero, una festa di Santo Stefano in cui i protagonisti saranno, ancora una volta, gli ambulanti per più giorni padroni indiscussi del lungomare, in mezzo a migliaia di persone in attesa del cantante, qualunque sia, tanto solo in pochi apprezzeranno il concerto, gli altri continueranno a sgranocchiare “nucillina e calia“. Se non ci saranno servizi igienici, e i bisogni saranno fatti sulla… spiaggetta della marina, cosa importa? Il milazzese, quello del neolitico, vuole PANEM ET CIRCENSES. La festa del Patrono è la migliore occasione per darglieli. La festa del Patrono, abbiamo scritto, non quella del PADRONE. Perchè Milazzo di PADRONI ne ha avuti già troppi, e non accetterà di chinare la testa ancora per molto. E ancora si finge di non capire che la base non esiste più! Il “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca” non vale più… Ne siamo certi!