Il sit-in per chiedere una progressiva riapertura delle attività commerciali messe in ginocchio dall’epidemia da Covid si è tenuto oggi pomeriggio sul Lungomare Garibaldi di Milazzo, nell’area tra la statua della Libertà e la Chiesa di San Giacomo. Al fianco dei lavoratori, il Circolo territoriale di Fratelli d’Italia per esprimere solidarietà alle categorie economiche maggiormente penalizzate dalle chiusure imposte dai vari Dpcm.
All’iniziativa, mossa dal coro “Rialziamo le saracinesche, riapriamo in sicurezza”, hanno partecipato anche le rappresentanze locali del commercio e dei comparti della filiera interessati: bar, ristoranti, palestre, siti di cultura e spettacolo, le partite iva, tutti uniti contro le attuali decisioni del Governo Draghi.
Alla manifestazione, presenti il presidente del locale circolo di Fratelli d’Italia prof.ssa Ivana Bonaccorsi, con i dirigenti milazzesi Antonino Catanzaro e Dario Cicirello, l’assessore comunale in quota FdI Beatrice De Gaetano con il capogruppo in Consiglio comunale Antonino Italiano ed il consigliere Franco Russo, le delegazioni di iscritti al partito di Giorgia Meloni nell’intera Città metropolitana e dei tesserati di Riva Destra.
Pure ieri in molte rappresentanze avevano risposto presente con la deputazione regionale di FdI, al raduno di piazza Cairoli apripista nel comprensorio di una serie di tappe della protesta per favorire in tempi stretti le riaperture delle attività.
“E’ naturale che alla manifestazione di protesta, svolta pacificamente e nel rispetto delle normative, faranno eco coloro che persistono con il loro atteggiamento di opposizione alle riaperture – dice uno dei partecipanti che abbiamo voluto intervistare – Si tratta purtroppo di persone che non hanno ancora compreso che non si può andare avanti con i ristori, e che prima o poi anche i loro stipendi e le loro pensioni non potranno più essere garantite“.
Un altro dei manifestanti aggiunge: “E’ veramente deplorevole ascoltare istituzioni pubbliche che diffondono dati sui risparmi degli italiani. Chi pensa che sia tutto oro quel che luce, non si rende conto che si tratta di soldi depositati presso gli istituti di credito, e che non sono certamente nella disponibilità immediata degli stessi percettori di un reddito garantito, stipendio o pensione che sia, che non possono impiegare diversamente con acquisti e per rimettere in moto l’economia!“.
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