CRONACHE DI VITA QUOTIDIANA IN TEMPO DI CORONAVIRUS. STORIE CHE SI RIPETONO E CHE DOVREBBERO TROVARE IMMEDIATE SOLUZIONI…
Si è ritrovata sola, con una bambina di poco più di due anni da sfamare, un frigorifero che non può essere riempito.
E’ questa la drammatica storia di una quarantenne di Milazzo, della quale non faremo il nome, ennesima vittima del sistema coronavirus che inchioda la donna a non poter svolgere il suo lavoro di dipendente di una cooperativa sociale da cui percepiva un compenso compatibile alle ore svolte, impossibilitata quindi a produrre reddito indispensabile per far fronte alle esigenze della sua bimba.
Rimasta sola, da quando sono mancati i suoi genitori, un rapporto finito male parecchi anni fa con il padre di sua figlia, è oggi costretta a gestire un’emergenza nell’emergenza.
La cooperativa presso la quale prestava la sua opera l’ha posta in cassa integrazione per nove settimane, un minimo reddito che il Governo non si decide ad erogare e proprio oggi annuncia di prorogare anche fino a luglio, ma in pratica l’attesa diviene snervante. Una pandemia che l’ha letteralmente discriminata economicamente, poiché prima riusciva ad arrotondare con lavori extra di ripiego come domestica; adesso con entrate miserevoli, è sprofondata in seria difficoltà sia per comprare la spesa, pagare le bollette e quanto serve di essenziale.
Il padre di sua figlia, inadempiente da sempre, ed il coronavirus aggravano la sua situazione finanziaria tragica.
E’ la nuova condizione delle donne messe in ginocchio, non abituate ad elemosinare. E’ la triste storia di una donna che con dignità e forza era riuscita a portare avanti il suo focolare.
Una giovane provata dalla vita, una madre di Milazzo che non vuole rassegnarsi, seppur aiutata a distanza da parenti e amici per quel che possono. Già in regime di normalità soffriva il suo dramma in silenzio, ora più che mai si tiene tutto dentro nel suo dolore quotidiano.
Alla luce di questa storia di una mamma con la figlioletta a carico, urge un apposito fondo statale per tutte le donne che si trovano nel suo stato, con interventi che evitino la povertà, in questa precaria situazione, ma che al tempo stesso garantiscano dignità e riservatezza.
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