PRESENTATO AL TOTU’ CAFFE’ DI MILAZZO, VIA XX SETTEMBRE, IL LIBRO “PANDEMIA E SCIROCCO” DI GIUSEPPE RUGGERI, medico e giornalista, edito da Federspev, alla presenza dell’autore, del dr. Giuseppe Genovese, pedagogista e laureato in scienze filosofiche, e del dr. Attilio Andriolo, presidente dell’Associazione Culturale Teseo, promotrice dell’evento nell’ambito della manifestazione dei “salotti letterari” che era stata interrotta a causa del Covid19. Giuseppe Ruggeri, medico epidemiologo e giornalista pubblicista, è nato a Messina, dove vive e lavora. Ha fondato e coordinato per anni la rubrica “Medicina e Ambiente” del settimanale “Centonove”. Nel 2020 è stato nominato dal segretario provinciale Graziella Lombardo corresponsabile insieme a M. Grazia Elfo del gruppo medico-scientifico di Assostampa, ed è Capo redattore di “Messina Medica”, il bollettino d’informazione dell’Ordine dei Medici di Messina. Tra i più importanti riconoscimenti, il premio Sciascia nel 2002 per medici scrittori, l’incarico di v. presidente dell’Associazione Medici Scrittori Italiani.
Il libro nasce dalla necessità di far ordine, così scrive Giuseppe Ruggeri, nella confusa “bailamme” d’informazioni, da cui siamo costantemente bersagliati, in uno con quella di far tesoro dell’esperienza pandemica per riscoprire l’importanza di valori umani spesso dimenticati, come altruismo, coraggio, senso di responsabilità. Il dott. Giuseppe Ruggeri descrive il proprio percorso di medico e giornalista attento alla scienza epidemiologica, ma anche alle trasformazioni socio-antropologiche, che inevitabilmente trascina con sè un evento dalla portata tanto dirompente. Nel corso della presentazione ha preso la parola anche il dr. Giuseppe Genovese, laureato in filosofia nonché pedagogista, il quale ha sottolineato le conseguenze che il lockdown ha avuto sui comportamenti delle persone sane e di quelle malate, soprattutto sulla loro psiche, aggravando spesso sindromi psicotiche e neuro – ansiose o portando il cittadino a soffrire di fobie e ossessioni.
L’incontro si è sviluppato su una sorta di “botta e risposta” fra il dott. Attilio Andriolo e l’autore Giuseppe Ruggeri, durante il quale sono stati snocciolati gran parte delle problematiche che “Pandemia e scirocco” affronta e approfondisce, denunciando gravi falsità e comportamenti riprovevoli della stampa nazionale e dei talk-show delle numerose televisioni private, dove hanno scorazzato specialmente virologi ed infettivologi, spesso creando terrore e panico fra lettori e ascoltatori, senza evidenze scientifiche chiare a supporto delle loro dichiarazioni. In questo senso dirimente è l’intervista a Giulio Tarro, amico di Giuseppe Ruggeri, stretto collaboratore di Albert Sabin e Luc Montaigner, che non si è fatto scrupolo di tacciare di ignoranza i virologi “star” delle televisioni. Interessante argomento è stato quello del cosiddetto “protocollo M” per la terapia domiciliare dei pazienti Covid nella fase precoce della malattia a base di cortisone, betametasone per l’esattezza, ed antibiotici, azitromicina, a cui si aggiungerebbero gli eparinici se non dovessero regredire i primi sintomi. Questo protocollo prende la sigla M da Messina e da Mondello dr. Lorenzo, ex primario di Malattie Infettive dell’Ospedale Papardo, perché è stato lui per primo a proporla ed i risultati sono stati sorprendenti, visto che oltre il 90% dei pazienti così trattati sono guariti, senza ricorrere alle cure ospedaliere e soprattutto senza intasare le Terapie Intensive.
La parte finale della presentazione è stata riservata alle domande del numeroso pubblico presente, fra cui un gruppo di sordo-muti, che hanno seguito l’intera presentazione tramite la traduttrice Martina Previti, rimasta in piedi accanto al tavolo dei relatori a rendere fruibile anche per loro i contenuti delle relazioni. L’evento, a cui ha partecipato un folto pubblico, fra cui alcuni scrittori e poeti che avevano presentato il loro libro in serate precedenti, come Simone Italiano, Anna Maria Pajno e Giovanni Macrì, è stato molto apprezzato e lo stesso autore ha voluto lasciare il pubblico con una nota di speranza con cui conclude la sua opera: ”Se è così, ebbene, benvenuta Virosfera, che hai reso la nostra atmosfera molto più respirabile, il nostro sguardo più acuto, ma soprattutto il nostro cuore di carne e non di acciaio e cemento. Perché è col materiale, di cui è fatto questo cuore, che bisogna ricostruire il mondo. Dopo la Grande Pandemia.”
Commenti