ALTRO CHE FORESTALI, PECORAI, PASTORI O MAFIOSI! DAL SITO www.l’ecodelsud.it RIPRENDIAMO UN ARTICOLO DI PATRIZIA VITA, CHE APPRODA SU TERMINAL PER AVERE UNA DIFFUSIONE CHE ALTRI NON DANNO…
C’è una chiave di lettura diversa da quella sin qui ‘sposata’ dall’opinione pubblica, riguardo i roghi che ogni estate, ma mai come questa, hanno devastato migliaia di ettari di terreno in Sicilia. Una pubblica opinione suffragata dalla politica, regionale e dei vari Comuni: “C’è la mano dell’uomo dietro gli incendi. La mano di pecorai, mafiosi, forestali con ansia da contratto”. Così, dall’alto delle loro poltrone, loro, i politici, si mondano da ogni responsabilità. E nel pensiero comune, dunque, ‘dagli all’untore’. Eppure, arriva su un blog, quello dei forestali ‘incriminati’ a furor di popolo, l’altra chiave di lettura, quella che mette a posto, come in un mosaico che non trova perfezione, il tassello giusto al posto giusto: c’è tanto business dietro i roghi.
Partiamo dai costi dei canadair e degli elicotteri: 15 mila euro l’ora i primi, 5000 l’ora i secondi. “La Regione Siciliana spende mediamente una decina di milioni per gli elicotteri e circa tre milioni per i Canadair – si legge nel blog – e la Protezione Civile intasca circa 13 milioni di euro l’anno, puliti-puliti. Chi ha interesse a che questo business vada avanti?” – chiedono i forestali -. Ed ancora: “cominciano a sorgere gruppi privati di flotte aeree antincendio – spinte dal numero sempre crescente di incendi. Altro che “mafie pecoraie” e “forestali piromani”, che recitano solo da utili comparse in questa tragicommedia coloniale della “Terra bruciata”.
Senza tralasciare la ‘denuncia’ più importante, vale a dire che la Sicilia ha ‘regalato’ foreste ennesi dell’AFOR a una multinazionale tedesca che le trasforma, bruciandole, in biomasse (corrente elettrica ‘pulita e rinnovabile’). La regione paga il triplo nella bolletta coloniale più cara d’Europa. Un fiume di milioni sufficiente a comprarci una intera flotta di canadair antincendio.
Anche l’alibi della mafia ‘pecoraia e vaccara’, che brucia boschi per farne pascolo, viene sapientemente, intelligentemente, smontato: “Pascoli per farne che? – si obietta – Visto che la Sicilia importa dalla Padania e l’UE – in valore – il 95% di carni & derivati. E anche nel ciclo agroindustriale dei latticini non gode di buona salute.”
A tirare di somma, dunque, abbiamo capri espiatori che rispediscono al mittente le accuse; una politica sciatta e inadempiente che preferisce pagare milioni di euro invece di spendere, magari la stessa cifra una sola volta e non annualmente, per dotarsi di squadre antincendio, dotate di mezzi e strumenti propri. Una politica non in grado di affrontare le emergenze e che risolve sempre tutto con la dichiarazione di stato di calamità.
Ma i piromani esistono? Ovvio che sì, ma nessuno pensi che siano geni del male, strategici pianificatori, inarrestabili nella loro follia criminosa. E soprattutto non ci si voglia far credere che a fronte di una spesa da 13 milioni di euro l’anno destinata alla protezione Civile, a fronte di danni ad aziende, agricoltura, paesaggi, ci si possa lasciare spaventare da un pastore di pecore o vacche.