UN INTERVENTO CHE PUBBLICHIAMO, SEGNO CHE L’IDEA NON E’ NUOVA, STANDO A QUANTO SCRIVE IL NOSTRO LETTORE. MA RICORDIAMO CHE TERMINAL NE AVEVA PARLATO AI TEMPI DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA ALESCI… PROBABILMENTE IN CONTEMPORANEA CON QUANTO NARRATO NELLA LETTERA CHE SEGUE…
Gentile Redazione, ho letto del vostro articolo riguardo al murale di ponente. Un mio caro amico, diversi anni fa, credo sei, si era messo in testa la malsana idea di organizzare, pro bono (quindi con soldi suoi, per amore della città), un festival di street art. Aveva contattato tramite social e amicizie comuni, alcuni, anzi diversi ragazzi che praticavano questa arte moderna. Tutti siciliani, molti della zona del messinese. La sua proposta era quella di sistemare il muro del tiro a segno, a ponente, e di far scatenare la fantasia e l’estro di chi avrebbe partecipato. Aveva solo bisogno del via libera dell’amministrazione. Nulla più. I soldi, povero fesso, li avrebbe messi lui, con i pochi sponsor che si erano entusiasmati per una potenziale forma di attrazione turistica e culturale diversa dal solito concertino. Evito e sorvolo i racconti kafkiani delle porte aperte e chiuse negli uffici comunali; evito e, soprattutto per decenza, non racconterò la frustrazione del tempo perso a cercare di convincere chi, della cultura e del turismo dovrebbe avere una visione ed una apertura mentale che non sia stagnante al secolo passato, ma che si apra e si evolva, con gli anni. Mi raccontò, tra il divertito e lo scandalizzato di un impiegato comunale che gli disse serenamente:” E se i ragazzini a Milazzo cominciano a lordare tutti i muri dei palazzi per emulazione, lei che fa? Paga i danni? L’assicurazione per i danni causati da terzi ce l’ha?”. Questo accadeva con la vecchia amministrazione, ed il subentro della nuova aveva dato la stura a speranze migliori delle precedenti. I contatti con gli artisti erano ormai saldi, bastava riproporre lo stesso progetto, aggiungendo una variante. Ogni edizione, avrebbe avuto come “sede nuova”, zone diverse della città. Far rivivere luoghi dimenticati o bistrattati della città, regalando un’opera d’arte che sarebbe stata del quartiere, per tutto il tempo che fosse durato. Inutile raccontare oltre; se mi trovo a raccontare questa storia, spinto dal vostro articolo, è per aggiungere ulteriori notizie ad un turismo culturale che non viene percepito, da amministratori seppur giovani, se non come un fastidio. Il mio amico, frequentando questi giovani artisti, ha scoperto un lato della sicilianità creativa, che non conosceva se non indirettamente. Potere rendere Milazzo, fruibile ad una cultura giovane e moderna, darebbe modo alla città di acquisire uno spazio nel turismo culturale diverso e, per certi versi, sorprendente. Chi di dovere dovrebbe partecipare a qualche festival del genere, e scoprirebbe che è seguitissimo, oltre che dai giovani, da molti adulti, tantissimi, stranieri. Probabilmente per diventare amministratori di una città necessitano, oltre che dei voti, di test di ammissione per i ruoli da ricoprire. Ma non proseguo su questo fronte, rischierei di trasformare un racconto dell’ennesimo progetto andato in fumo per la cecità amministrativa, vecchia e nuova, della città (ma Milazzo non è l’unica), in un discorso politico.
P.s. il muro del tiro a segno di ponente, era stato visionato da quattro street artist; e gli stessi si erano entusiasmati di poter lavorare su una “tela” così grande. Naturalmente le svariate centinaia di euro per metterlo in condizioni di essere utilizzabile, erano a carico del mio amico. Credo che l’entusiasmo delle persone che desiderano regalare, nel vero senso della parola, eventi o avvenimenti alla propria città, vada trattato diversamente. Utilizzare la città come fosse cosa propria (stavo dicendo cosa nostra), è deleterio per lo sviluppo di qualsiasi forma di spettacolo o evento culturale.
MURALE A PONENTE? Quello che conosco si trova in via Tukory – il muro del Tirassegno -. L’ho sempre considerato il MURO DEL PIANTO, muro dove dovrebbero andare a pregare i cittadini milazzesi e piangere sulle loro colpe per aver eletto in questi ultimi decenni Amministratori di basso profilo (per usare un eufemismo!)