di Cristoforo TRAMONTANA
Intollerabile la morte di Alexei Navalny, avvenuta nel penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets.
E nessuna causa potrà mai giustificare la morte di un 47enne che, solo per aver affermato i propri principi e palesato le proprie idee, sia stato rinchiuso in isolamento. La probabile trombosi o l’arresto cardiaco, dopo la passeggiata, sono state cause della segregazione alla quale è stato sottoposto per tre anni il maggiore oppositore dell’oligarca Putin. Unico e solo responsabile di quanto accaduto.
Ingiustificate, eccessive e false, sono invece le reazioni della politica occidentale in merito all’accaduto.
Da 4 anni, un altro essere umano è detenuto in carcere e, da documenti certi, la sua salute peggiora giorno dopo giorno. Perseguitato da oltre 12 anni, Julian Assange, ha sacrificato la sua libertà affinché tutti popoli, possano vivere in un mondo diverso.
Un giornalista che ha denunciato i “crimini di guerra” degli Stati Uniti, imprigionato per aver narrato la verità, pubblicando documenti redatti dagli stessi USA.
Tutti i governi occidentali che oggi accusano (giustamente) Putin, non hanno mai speso un rigo per la libertà di Assange, così come avevano ignorato Navalny, finché la morte non lo ha colpito.
Così come scrissi sulle armi all’Ucraina invasa, l’attesa non si è protratta con lo scoppio della guerra contro la Palestina invasa, alla quale nessuno ha fornito nemmeno i generi di prima necessità e le medicine vitali, così oggi scrivo di Navalny anticipando la sorte di Julian Assange che, tra pochi giorni, riceverà la sentenza per l’estradizione in America!
IPOCRISIA ALLO STATO PURO, SI CONDANNA (com’è giusto fare) PUTIN, SENZA IL CORAGGIO DI DEFINIRE INACCETTABILE L’OPERATO DEGLI STATI UNITI.
Ecco poi che le guerre giuste, quelle che, impunemente, vantano l’esportazione della democrazia, si distinguono da quelle che denazificano, instradando il concetto che i dissidenti altrui vanno salvaguardati, mentre i dissidenti dell’Occidente è giusto condannarli senza pietà!
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