LUNEDI’ 2 OTTOBRE, ALLE ORE 10, GLI DAREMO L’ESTREMO SALUTO NELLA CHIESA DEL CARMINE A MILAZZO…
Ha raggiunto Letizia, lassù… Da quando era andata via per sempre, non era più lo stesso il nostro caro Pino Imbesi, compagno di classe, di scuola, di giochi. Ci univa un’amicizia che durava da 60 anni; eravamo bambini, alunni del prof. Foti in quegli scantinati della vecchia scuola elementare. Un percorso scolastico durato fino al terzo Liceo Impallomeni, di quella classe che si ritrovava periodicamente per rivivere le magiche emozioni di anni rimasti indelebili in ognuno di noi, ma improvvisamente interrotto quando la sua Letizia, compagna di classe che aveva sposato, ci lasciò per sempre. E da quel giorno abbiamo mantenuto fede ad un impegno: non incontrarci più per divertirci, spensieratamente, per rispetto nei confronti di chi ci aveva lasciato.
A scuola ognuno di noi aveva un soprannome, che ci avrebbe contraddistinto anche negli anni successivi: lui era definito Homo Sapiens, riconoscimento precoce della sua maturità e della sua serietà, che noi, legati come eravamo allo spirito goliardico e alla trasgressione, prendevamo sottogamba. Un soprannome che lui accettava, bonariamente; e in virtù di questo non perdeva l’occasione per richiamarci al dovere, alla disciplina, allo studio… Tempo perso, caro Pino: noi ce ne infischiavamo, convinti che alla fine dell’anno tutto sarebbe stato facile. E invece arrivavano le sorprese, che tali non erano!
Pino non cambiò il suo carattere neanche negli anni successivi: serio, onesto, rispettoso, corretto, ma soprattutto incapace di scendere a compromessi. Lo avrei ritrovato come Assessore alla Viabilità durante la Giunta di Filippo Russo, e in quarant’anni di servizio alle dipendenze del Comune, fu l’unico politico assegnato ad un settore delicato, come la Vigilanza Urbana, che ascoltò i suggerimenti che provenivano dalla base, al punto da redigere un piano del traffico che prese il suo nome e che ancora oggi trova ferventi sostenitori. Fu a lui che mi rivolsi, come compagno di classe, per chiedere qualcosa che nessuno avrebbe potuto togliermi, l’istituzione per legge di un Ufficio di Statistica. Sapeva che era un obbligo al quale il comune non avrebbe potuto sottrarsi, e orgogliosamente riconosceva, anche dopo anni dalla sua uscita di scena, di avere dotato Milazzo di uno strumento che avrebbe avuto riconoscimenti e consensi in campo nazionale: non era poco sapere che la nostra città era fra le prime tre d’Italia nella produzione e nella diffusione dei dati statistici.
Sì, Pino viveva anche di queste piccole cose; soddisfazioni per lui, sensibile alle richieste giuste, condivisibili e di assoluto valore per la città e i suoi cittadini.
Ora Pino non c’è più.
Anche lui è andato via, come era accaduto per Letizia.
Lunghi mesi di lotta impari contro un male ribelle, lo stesso che aveva minato anche la sua sposa.
Combattente leale e irriducibile, alla fine si è dovuto arrendere, dopo avere sofferto in silenzio ma dando notizie di sè e della sua straordinaria voglia di vivere su un profilo su Facebook. Quello gli permetteva di stare vicino alla gente, partecipando alle discussioni, per non perdere i contatti con gli amici, dare segnali della sua efficienza, trasmettere la certezza che sarebbe tornato vincitore. Invece non ce l’ha fatta, Pino, illudendoci che sarebbe stato lui a vincere.
Il lapidario messaggio di Alessandra mi ha spiazzato; non aspetterò lunedì per salutarlo, in chiesa, come faranno tanti milazzesi che lo hanno conosciuto ed amato. Lo farò fra poco, per rivederlo l’ultima volta, quel bambino con il fiocco rosso che il prof. Foti prendeva come esempio per la sua disciplina; quel compagno di banco che mi riempiva le gambe di pizzicotti quando portavo i pantaloni corti, anche se eravamo al ginnasio; quell’Homo Sapiens che sfoggiava la sua ors oratoria e la sua serietà durante le interrogazioni o gli interventi. Quell’amico fraterno che non poteva lasciare da sola Letizia, e che è andato via in silenzio, alle tre di notte. Garbatamente, senza che nessuno lo sapesse…
Lo accoglieranno gli Angeli, il giorno della loro festa, in cielo, il 2 ottobre. Il giorno della festa dei nonni, di questo nonno orgoglioso di Gioele, che amava più della sua stessa vita; padre affettuoso di Pietro e Giacomo, che hanno perso un riferimento indispensabile; fratello di Stefano… ma anche amico di una vita che sarà ricordato per sempre.
Ciao, Pino. Un bacio a Letizia…
Bellissime parole che non hanno bisogno di altro. Avrei anche io ricordi legati alla mia infanzia da vicino di pianerottolo. Degli Imbesi i Di Natale ed i Bravi, sempre uniti e con mille cose da condividere. Delle porte lasciate aperte e delle cene estive tutti insieme, portando ognuno qualcosa. Della sensazione di vera famiglia con la quale sono cresciuto e che, dopo quasi 50 anni, porto ancora dentro di me. Ciao Pinuccio