L’ho appena saputo: Nino PARISI non ce l’ha fatta. Solo un paio di giorni fa avevo saputo del suo male che non gli ha lasciato scampo. Ed anche NINO se n’è andato: proprio nel giorno dedicato a Padre Pio di Pietrelcina, per andare a riabbracciare suo figlio, scomparso in un tragico incidente all’estero, dove lavorava, anni fa.
Si assottiglia sempre più quella squadra dei ragazzi di San Leo, negli anni in cui eravamo giovani, neanche trentenni, sposati da poco e pendolari per scelta!
Quanti di quei vecchi colleghi di lavoro se ne sono andati; a costoro, ogni volta che ci incontravamo, davo per scherzo l’appuntamento al giorno dopo, alle 5, per un altro di quei nostri viaggi da Milazzo a Messina, quindi sulla Caronte, e poi a Villa, a bordo di un altro autobus fino al cantiere. Un viavai durato ininterrottamente fino al 1980, tre anni! La sera, anzi il tardo pomeriggio, si ripartiva e si ripercorreva la strada dal cantiere a Villa, e di nuovo sulla Caronte, quindi a Messina dove l’autobus di La Spada ci avrebbe portato a Milazzo. Dodici ore, fra lavoro e viaggio, ma con la certezza che quelle giornate, quei turni di lavoro, quegli amici contenti di un tour de force che con il passare del tempo ci avrebbe snervato li avremmo ricordati per sempre anche da pensionati o quando, per altri motivi, saremmo stati trasferiti altrove!
Non avevamo bisogno di fare l’appello la mattina: nonostante l’orario, c’eravamo sempre tutti, estate ed inverno, qualunque fossero le condizioni atmosferiche. Il lavoro ci attendeva: se non li avessimo fatti in quegli anni i sacrifici, da giovani, quando avremmo avuto il tempo o la forza di farli? Purtroppo oggi quel gruppo si continua ad assottigliare, e restano pochi amici e colleghi di un cantiere cominciato quasi per gioco in terra calabra, all’Uniliq di San Leo! Se ne sono andati in tanti ormai: Sciacca, Aragona, Di Bella, Gullotta, Castellano, Giulio Maisano, Bruno, Sicilia, Pippo Aversa, Bella, Vincenzo Costantino, Di Domenico, Ciccio Recupero, Mantica, De Francesco, Gino Giardina… non erano avanti negli anni, anzi parecchi erano relativamente giovani…
Ricordare un collega di lavoro che non c’è più mi mette tristezza: è superfluo descriverne la rettitudine, la correttezza, la scrupolosità, la voglia di lavorare di NINO PARISI. Non sarebbe stato in quel gruppo di pendolari per scelta se in lui non fossero state riconosciute tutte queste qualità. Potrei aggiungere dunque che era un uomo onesto, educato, innamorato della sua famiglia, rispettoso, di sani principi… ma sono doti che già conoscevamo e che nessuno può negargli. Ma c’è una cosa che in tanti non sanno, e la voglio raccontare per strappare un sorriso malinconico in questo momento di tristezza: la cagnetta che lui e Salvatore Castellano avevano battezzato Susanna. Una bastardina bianca, che lo accompagnava nel cantiere, lo seguiva scodinzolando quando, alle 16.30, si prendeva l’autobus che ci portava a Villa San Giovanni, e rimaneva accucciata attendendo il suo ritorno, il giorno dopo o il lunedì…
Adesso NINO non c’è più, sua moglie non ha più il suo sposo, i suoi figli non hanno più il papà, i nipotini il loro nonno al quale volevano tanto bene, e comprendiamo quanto vuoto ci sia anche attorno a noi…
E comprendiamo che su quell’autobus che ci portava avanti e indietro, partenza all’alba, ritorno al tramonto, spesso senza vedere il sole di Milazzo perchè si partiva al buio e con il buio si tornava, sono rimasti tanti posti vuoti. Chi è rimasto a bordo procede stancamente sul viale del tramonto… o verso un altro cantiere, dove altri del gruppo sono andati già perchè c’erano lavori urgenti da eseguire; e sono stati scelti i migliori. Come in quei lontani anni 70, quando eravamo giovani e pieni di energia, e la scelta dei capi è caduta su di noi!
I FUNERALI DI NINO PARISI SARANNO CELEBRATI MERCOLEDI’ 25 SETTEMBRE, ALLE 15.30, NELLA CHIESA DI SAN MARCO. TERMINAL E’ VICINA AL DOLORE DEI SUOI FAMILIARI.
Commenti