A MILAZZO NIENTE PROCESSIONE DI SAN FRANCESCO DA PAOLA… E CI VENGONO IN MENTE CERTE BATTUTACCE…
Eravamo ragazzi? Beh, potrebbe essere una giustificazione, ma non basta ad “assolverci” per certi nostri peccati di gioventù forse mai confessati. “NON NESCI, NON NESCI”: quella frase pronunciata all’indirizzo di una persona umile, buona, semplice e solo per questo presa di mira da chiunque avesse voglia di scherzare bonariamente, ma al tempo stesso vedere che lui, Salvatore, anzi Sabbatùri, andava su tutte le furie, oggi, domenica 1° maggio, chissà in quanti l’hanno pronunciata. Fin da questa mattina quando, alle 8, i “coppi ‘i muttàru” hanno svegliato di soprassalto quanti avevano deciso di stare un po’ di più a letto! E proprio alle 8 ci sono state le prime scaramucce meteorologiche! Poi, improvvisi acquazzoni che non promettevano niente di buono, per tutta la mattinata. Nonostante tutto, la speranza di andare dietro al Santo di Paola è stata più forte delle condizioni climatiche. Fino alle ore 14, quando sembrava che da settentrione il cielo si aprisse e il sole potesse accompagnare, come al solito, una festa sacra alla quale migliaia di fedeli non vogliono rinunciare! E’ stata solo un’illusione: nel volgere di pochi minuti è tornata la pioggia a farsi insistente e a lasciar tramontare le residue speranze di portare a spalla per le strade di Milazzo San Francesco, e di assistere al ritorno al Santuario, tra applausi e invocazioni! E alla fine San Francesco è rimasto dentro la chiesa. Decisione sofferta, quella di dovere annunciare il rinvio della processione a domenica successiva. E’ la prima volta, se non andiamo errati, che accade! Il NON NESCI, NON NESCI che per anni, giornalmente, si diceva a Sabbatùri, oggi si è realizzato. Anche lui, il buon amico delle dieci lire, se fosse stato ancora fra noi, si sarebbe rassegnato senza arrabbiarsi e senza inveire contro la provocazione! E si sarebbe chiesto, ingenuamente, il perchè…
Forse anche i santi si indispongono di fronte ad una cittadinanza che ipocritamente dice di professare la fede e sotto banco commette le cose più efferate. Forse per questo arrivano timidi segnali di strali divini che si manifestano con le piogge e che regolarmente saranno aggirati spostando più avanti nel tempo le processioni in cui si implora il divino di continuare a perseverare nel peccato.