PUBBLICHIAMO UNA LETTERA INVIATA IN REDAZIONE
Cara redazione, oggi esprimere un giudizio sugli immigrati rischia di scatenare le proteste, legittime non sappiamo fino a che punto, di una marea di persone. Purtroppo questa protesta monta solo perché parlare di immigrazione oggi è un argomento, definiamolo così… tabù! Non vorrei essere fraintesa, preciso che non sono razzista, ma non sono nemmeno antirazzisti tutti quelli che, a spada tratta, cercano solo un motivo per attaccare il governo attuale che fra i punti del proprio programma ha messo al bando l’immigrazione clandestina ed incontrollata! A me non importa se l’Europa abbia stabilito che i migranti devono essere ripartiti fra gli stati della Comunità, cosa che onestamente non avviene; così come non mi importa nulla di chi sfila per le strade a protestare o a salire a bordo di una nave per dare una solidarietà che sa di ipocrisia.
A me, madre di famiglia, importa invece come vengono accolti questi migranti, quello che fanno dalla mattina alla sera, quanto percepiscono chi alle loro spalle, con la scusa dell’accoglienza, cambia posizione, e che cosa si sta facendo di concreto per il loro inserimento nella nostra società. E non venitemi a dire che non è vero, che tutto questo viene fatto per umanità, che non ci sono dei chiari disegni di arricchimento ed una politica di clientelismo che, alle tornate elettorali, deve restituire ciò che viene dato in termini economici e posti di lavoro, preferibilmente in nero!
Sarò retrograda, ma non accetto assolutamente di vedere girovagare dalla mattina alla sera ragazzi nel fiore degli anni, quando la nostra città presenta vistose criticità, e ricorrendo anche a loro si potrebbero colmare tante di quelle lacune.
Questi ragazzi, probabilmente bene integrati, ormai vivono con noi da anni, ma nonostante tutto sono incapaci di muovere un dito, adagiati sugli allori dell’indifferenza, della pigrizia, e passano il loro tempo parlando al telefono, mantenuti con una miseria da chi mette da parte la fetta più consistente del malloppo.
Ebbene, cara redazione, sappiamo che in Italia la maggior parte dei ragazzi privi di lavoro ritarda l’uscita dalla famiglia, e i genitori devono fare di tutto per non far pesare loro lo stato di inoccupati, di studenti a vita, di bamboccioni, definizione coniata da chi, secondo me, ha creato più danni che altro in Italia! Nonostante tutto, Milazzo, prendo come esempio la nostra, è una città nella quale tutti si lamentano della crisi ma la massima parte dei suoi abitanti gira in fuoristrada o su auto di grossa cilindrata.
In nome di questa falsa crisi, secondo voi vedere ragazzi arrivati con i barconi girare a vuoto ed uniformarsi alla vita agiata e bacchettona dei nostri giovani, è giusto o sbagliato? L’inserimento nella nostra società consiste in questo, ossia nel bighellonare e nel non fare nulla? O vederli, prima o poi, cadere nella rete della delinquenza organizzata per essere utilizzati nella malavita?
Questo mio pensiero per me non è razzismo: non penso che sia razzista chi la pensa come me. Ma non mi sembra il massimo dell’accoglienza e della integrazione!