Cronache di vita quotidiana. Ma ormai nessuno ci fa caso, e la nave ha rotto gli ormeggi…
In momenti in cui nessuno vede, sente o “parla” (tranne noi e – ad onor del vero – pochi altri ), anche le strade cittadine fanno i loro capricci; giocano a nascondino, scompaiono, si cambiano di posto con quella limitrofa, quasi a volere benevolmente minimizzare i problemi della segnaletica stradale che, mal curata, lascia proprio a desiderare. Accade, quindi che la Via Umberto I si cambia il posto con la limitrofa Via Chinigò e che, al pari di queste, la Via dei Mille passa al meno blasonato rango della Via Birago. Accade pure che il segnale stradale di Largo Buccari si “nasconde” disteso a terra fingendosi morto, e che a metà della Via G.B. Impallomeni il segnale di indicazione diventi bianco per eccessivo pallore e non è il solo: anche quello che indica il divieto di accesso ai non autorizzati, sulla strada che porta al castello è …irriconoscibile!) e non indichi un bel niente a chi non è “indigeno”. Eppure è una indicazione della massima importanza dato che dovrebbe indicare: “Carabinieri”. Nessuno se ne è mai accorto, i diretti interessati la strada la conoscono, ma chi non è del luogo ed ha bisogno di loro, letto il cartello a Piazza Roma, procede diritto fino a Sant’Antonio, ma solo per raccomandarsi al Santo. Non parliamo poi dei cartelli con le indicazioni delle vie Rotolo, Bevaceto e Monastero (e chissà quante altre) che sono scomparse nel nulla senza mai più riapparire. Insomma, un susseguirsi di comportamenti e fatti anomali che, a guardar bene, giochi non sono ma fatti concreti. Non inganni il tono volutamente ironico, come per sdrammatizzare, ma la situazione è tragica perché nessuno “vede”; nessuno “sente” e pochi ne parlano. Tale situazione mette in crisi non certo noi Milazzesi, che conosciamo il nostro territorio senza bisogno di segnali stradali (e assimiliamo benissimo quelli che cambiano continuamente), ma i forestieri che vengono sicuramente fuorviati. Il guaio di tanta incuria risiede proprio nel fatto che dei forestieri non importa proprio niente a nessuno, tanto la situazione è già nota a tutti. Per cui, che si arrangino! Ma deve essere proprio così? Nessuno pensa che i forestieri sono il “pane” per molti di noi (pensate quanti forestieri sbarcheranno a Cuba e l’immensa ricchezza che porteranno sull’isola le navi da crociera, dopo decenni di isolamento…) ed al di là di queste considerazioni spicciole, il Codice della Strada impone norme e comportamenti che non possono essere disattesi. Un po’ più di attenzione è quella che deve divenire l’interesse prioritario per chi di dovere al fine di evitare che le strade diventino giungla e che ad alibi si debba poi prendere la errata dislocazione della segnaletica stradale o altro. Gli abusi sono all’ordine del giorno per cui la pista ciclabile può diventare una pista ciclo-automobilistica; le strisce pedonali diventino corsie di marcia per veicoli; il segnale con la doppia freccia a Piazza Roma divelto oggi può essere abbandonato sul marciapiedi e che le strade siano di proprietà di tutti pronti a violentarle a proprio piacimento… A questo punto è doveroso fare una precisazione: per il tono ironico che spesso usiamo, ogni tanto qualcuno non capisce che affrontiamo problemi seri, ride pensando che scriviamo solo “barzellette”, e di questo ci accusa. Probabilmente non si rende conto che satira, ironia, comicità e sarcasmo sono i mezzi migliori per richiamare l’attenzione dei lettori, e non solo, su argomenti della massima importanza. Ma abbiamo avuto la colpa di ritenere che tutti i lettori fossero in grado di comprendere la sottile arma alla quale da anni ricorriamo! Per cui dovremmo far precedere ogni articolo da un semplice avviso, così come avveniva per i film vietati: solo che qui la frase sarebbe “Si consiglia la lettura solo a chi è in grado di comprendere di cosa stiamo parlando“. Con l’augurio che ad offendersi non ci sia nessuno. Ma abbiamo qualche dubbio!