PREMESSA: ABBIAMO VOLUTO TRATTARE QUESTO ARGOMENTO AUGURANDOCI CHE ALTRE TESTATE GIORNALISTICHE POSSANO AFFRONTARLO, E SEMPRE PIU’ LETTORI CONDIVIDERLO. IL NOSTRO VUOLE ESSERE UN IMPEGNO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DI QUESTA CRUDELE PRATICA, O, SE PREFERITE, TRADIZIONE.
Le associazioni animaliste, ma anche tanti cittadini cinesi, si augurano che questa sia l’ultima volta che si tiene il Festival di Yulin, la tradizionale fiera dedicata agli amanti della carne di cane, macellata e consumata nel sud della Cina. La notizia, ripresa dalle tv di tutto il mondo e dai giornali, passa comunque inosservata, con buona pace di migliaia e migliaia di cuccioli di cane che vengono barbaramente trucidati e serviti ai consumatori. Il fatto che l’appuntamento annuale sia stato confermato, nonostante la pandemia che si è diffusa in tutto il mondo, non tiene in considerazione il rischio di trasmissione del virus dagli animali selvatici all’uomo. Ma il cane non è un animale selvatico, per cui, a differenza di pipistrelli, non può costituire un pericolo; nemmeno se viene macellato e cucinato! E’ anche vero però che i cuccioli vengono spesso allevati in strutture prive di controlli sanitari, e la cosa dovrebbe far riflettere.
Nonostante il Ministero dell’Ambiente cinese abbia inserito il cane nella categoria degli “animali domestici”, e si stia procedendo gradualmente a vietarne vendita e consumo, nelle periferie certe abitudini sono difficili da sradicare. Ci sono posti in cui l’allevamento dei cani destinati all’alimentazione continua. E sono milioni i cinesi che continuano a cucinarlo e a mangiarlo!
Anche se il consumo di carne di cane sarà vietato in futuro, il percorso è ancora lungo. Prima che tutti i cinesi, e non solo loro, ne possano fare a meno, milioni e milioni di cuccioli saranno impunemente allevati e macellati! E qualsiasi protesta cadrà nel vuoto: come abbiam visto, noi che siamo una Paese civile ed evoluto, con gli agnelli sacrificati a Pasqua!
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