DIPENDENTI DELL’ATO 2, SONO LE VITTIME INCOLPEVOLI DI UN RIMPALLO DI RESPONSABILITA’. E ASPETTANO…
Sono in otto, quelli di Milazzo. Altri otto sono di Sant’Angelo di Brolo, e quattro di altri comuni, fra i 38 che hanno dato vita all’ATO Me 2, invenzione tutta nostrana voluta dalla Regione per risolvere i problemi della raccolta rifiuti in tutta l’isola. Otto ex dipendenti a tempo determinato del Comune di Milazzo, ai quali è stata imposta (più che offerta) la scelta di transitare all’interno della nuova struttura come dipendenti con mansioni amministrative. I loro nomi sono Mimmo Nitopi, Pippo Billa, Nunzia Sergente, Maria Luisa Currò, Rosa Mazzeo, Teresa Borgini, Nino Pergolizzi, Tonino Puglisi, conosciuti nella nostra città, non più giovanissimi, se si pensa che da almeno 25 anni fanno parte del gruppo numerosissimo degli ex art. 23, e che speravano di risolvere il problema legato al precariato con l’assorbimento da parte dell’ATO Me 2. Nonostante siano sul posto di lavoro, ogni giorno, per tutti i giorni del mese, per tutti i mesi dell’anno, non percepiscono lo stipendio dal mese di DICEMBRE 2011. E’ paradossale la loro vicenda. Si sono rivolti ad un legale, il quale non può fare altro che constatare l’impossibilità di pignorare qualsiasi bene dell’ATO poichè un’azienda di smaltimento rifiuti li ha preceduti. Dovrebbero intervenire i comuni che fanno parte del bacino, dice la Regione. Ma la Regione non sa quel che dice, rispondono dai Comuni, aggiungendo che è proprio la Regione che si deve sobbarcare l’onere del pagamento. 20 dipendenti, 20 padri di famiglia che attendono invano da 60 lunghi mesi, con le forze politiche (regionali e locali) stranamente assenti, con i sindacati che non trovano vie d’uscita, mentre qualsiasi iniziativa per scuotere l’opinione pubblica viene smorzata sul nascere. Avevano pensato ad un blocco stradale, ad una manifestazione inscenata davanti alla sede del Governatore Crocetta, ma sono quattro gatti, è stato risposto, e avrebbero rischiato anche di essere denunciati per blocco della circolazione, o magari come adunata sediziosa, se avessero scandito slogan o si fossero lasciati prendere dalla rabbia, tantissima, e rivolti in maniera minacciosa (ma solo a parole) contro i politici di sala d’Ercole! Non andremo a votare, è stato proposto da qualcuno. Cui ha fatto eco una sonora risata: segno che la loro forza è… debolezza! Numerica, prima di tutto, senza che nessuno prenda in considerazione le loro legittime richieste, senza che nessuno intervenga per chiedere, quanto meno, cosa ci sia alla base di questo ritardato pagamento. Senza che nessuno decida di scrivere la parola fine su una vicenda tutta siciliana, che ci fa vergognare NON DI ESSERE SICILIANI, ma di sapere che in SICILIA non si trovi nessuno che muova un dito per evitare che venti padri di famiglia, di cui otto della nostra MILAZZO, abbiano la certezza di un futuro. La consistenza numerica è irrisoria, proprio per questo non interessa a nessuno, ci dicono i nostri interlocutori. E aspettano, chissà per quanto ancora. Mentre qualcuno ha ricevuto lo sfratto, non potendo pagare più l’affitto, e le lettere numerose degli avvocati che hanno iniziato le azioni legali per entrare in possesso dei crediti vantati da aziende. E quanto prima ci potrebbe essere anche il Comune di Milazzo, a chiedere conto delle bollette non pagate. Nonostante la Regione affermi che il Comune di Milazzo dovrebbe appianare i debiti dell’ATO 2 sobbarcandosi una quota di 670 mila euro! A questo punto meglio assumere gli otto dipendenti, non vi pare?