Con POUBELLE ha riaperto il suo sipario il Teatro Auditorium di Pace del Mela e dopo l’interruzione lunga del periodo pandemico ci siamo ritrovati in questo luogo compatto e accogliente, dalla buona acustica, che ha vantato in passato stagioni teatrali con attori del grande Teatro. Da Ugo Pagliai, Manuela Arcuri, Raul Bova, Chiara Francini, Michele Placido e i grandi attori contemporanei della Sicilia quali Enrico Guarneri, Eduardo Saitta oggi Direttore artistico di questo teatro e attore che nella precedente stagione abbiamo apprezzato per la sua identità siciliana e per il linguaggio ricco della nostra tradizione, interprete anche quest’anno di un lavoro della stagione.
Saitta promette un riavvio carico di entusiasmo soprattutto dopo il recente nubifragio che ha depresso l’economia del territorio
Ecco che lo spettacolo POUBELLE ci ha distratto dalle contingenze del momento. E bambini, giovani e meno giovani ci siamo lasciati incantare dall’illusionista Luca Lombardo, attore, trasformista alla Charlot, che si è raccontato in modo semplice, spontaneo, tra sentimento e ironia e ci ha dipinto la sua vita, i suoi sogni con la magia delle illusioni.
Tutto è apparso come un magico, favoloso gioco da cui ciascuno si è lasciato rapire, con il bisogno di distaccarsi dal suolo e librarsi, così l’attore, coinvolgendo il pubblico, con gentilezza e sensibile tatto, ha coinvolto sul palco la bella Irene Coppolino che distesa sul tavolo di scena, abbiamo visto levitare in aria per magia…Pareva una scena preparata ad arte come se la giovane avvocato avesse provato e riprovato, tanta era la naturalezza della realizzazione…
Lo spettacolo si è snodato in un viaggio fantastico a Parigi di Luca Clochard, che con il suo amore fa animare un manichino con cui vive esperienze felici, quelle che oggi troppi giovani con la fantasia ingabbiata, non sanno più vivere, ma ahimè la delusione si affaccia dietro una vetrina dove il manichino è ritornato in compagnia di un suo simile… senz’anima.
Il messaggio di Luca Lombardo, nei suoi sapienti artifici costruiti con lungo studio e tanto sacrificio, è chiaro e inequivocabile: “la felicità è tutta qui” tra cartoni e rifiuti, tra le cose semplici e povere che con la magia della fantasia, con le illusioni diventano fiori, abiti eleganti; la felicità risiede nel desiderio, nella magia del sogno… anche quando la realtà può essere fredda e vuota.
Il naso rosso, donatoci all’ingresso per poi indossarlo a fine spettacolo, per una foto con l’attore, era accompagnato da un aforisma di Shakespeare: “Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso“.
Luca Lombardo con il vivo coinvolgimento del pubblico, modalità che ha radici nel teatro greco e più avanti in quello pirandelliano, ha generato entusiasmo: il giovane del pubblico che è diventato clochard e compagno di leggerezza, con pochi tocchi dell’artista, il suo incedere tra gli spettatori cogliendo da ciascuno una luce che con soave delicatezza trasportava in una scatola, ha trasmesso quel sapore di speranza, di fiducia che ciascuno può infondere e cogliere nell’altro dopo un periodo di diffidenza e di barriere vissuto come un tormento.
Lo spettacolo della Prima di Pace del Mela non poteva essere più positivo nel suo vero significato della parola, perché è stato quello della comunicazione, del sorriso e del “gioco”, inteso come ludum dell’anima, che ha bisogno di distaccarsi e di librarsi dall’incalzare del tempo e delle cose.
Io con emozione torno a scrivere per il Teatro di Pace del Mela perché in questo piccolo teatro di provincia abbiamo in tanti vissuto esperienze di vita felice e vorremmo continuare nel ricordo di Puccio Curtò, il nobile e amato Direttore artistico che lo inaugurò, e di tutti coloro che con lui hanno collaborato alla nascita e alla crescita di questa meravigliosa realtà culturale.
Rita Chillemi
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