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PALAZZO D’AMICO, PARLA L’ARCH. NINO GIARDINA

Prospetto Palazzo D’Amico nota A. Giardina

Il fronte sul lungomare descrive tre momenti del Palazzo,

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PT ex magazzino deposito delle attività del Proprietario che commerciava Vino e prodotti ittici salati, questo tratto risente fortemente del tirante marino (umidità ascendente) rifatto numerose volte nel recupero si è utilizzato intonaco deumidificante Lafarge ( al tempo leader per i prodotti di recupero), l’azione deumidificante deriva dalla porosità del materiale finito che attira umidità e la rilascia nelle giornate calde come vapore , infatti erano ben visibili aree umide nei gg di caldo, cosa avviene nel tempo in ambiente marino i sali chiudono i pori e nel empo gonfiano e sfaldano l’intonaco, quanto rilevato è stato sottoposto alla ditta esecutrice che ha contestato al Fornitore il problema i Tecnici della Lafarge sono venuti con attrezzature computerizzate hanno rilevato un tasso di umidità salina molto elevato superiore al 65 % . Possibili alternative fare uno strato stagno sposta il problema vs alto e disgrega i leganti interni delle murature, meglio intervenire ogni circa 10 anni (ne sono passati dal 2003, 21 a.)

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Piano nobile ha il suo intonaco steso a maniera da ben 300 a. e non presenta degrado è stato protetto con silossani prodotto suggerito dalla Petrografa Dott.ssa Massacci, ma nel tempo il trattamento va ripetuto

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Sopraelevazione presenta un colore diverso che denuncia proprio i due momenti esistente e sopraelevazione, il danno creato dalla grondaia dentro il cornicione è evidente ed era già presente prima dei lavori recupero. Intonaci di finitura utilizzati sono con materiali naturali costituiti da calce naturale, pozzolana, sabbia, prendono colore nel tempo esposti ad irraggiamento solare, non sono molto resistenti e richiedono l’integrazione nel tempo (quelli utilizzati a Milazzo sono gli stessi di palazzo Riso di Palermo, oggi Galleria D’Arte Moderna

Detto questo mi fregio io stesso di una “medaglia di cartone” per aver ricollocato nel balcone a Dx del piano Nobile la mensola mancante, trovata nel pozzo di acqua salmastra presente nel palazzo, in precedenza venne sostituita da coppia di mensole in ferro, mattoncini e pietra artificiale a sagoma.

Uniformare con i criteri odierni intonaco colorato steso con sesti sul fronte sarebbe un’operazione irreversibile e dannosa.

Nel complesso dei lavori reputo la Facciata il 10/15 per cento, infatti nel palazzo sono state utilizzate travi LL fibrorinforzate, stabilità flessionale e carbonizzazione ritardata il prof. F. Laner Ordinario di Tecnologia dell’Architettura IUAV Venezia, mi ha riferito che gli edifici storici in Italia con travi di questo tipo sono meno di 10

Primo edificio in Sicilia ad aver utilizzato fibre di carbonio per il mantenimento in sagoma di Archi e volte a peso nullo.

Ha ricevuto una “speciale menzione” da “Europa Nostra” per lo sforzo Conservativo , V. Sgarbi nel salone ha dichiarato “per fortuna non è passato di qua un architetto che ha tolto l’anima a questo edificio; i miei riferimenti C. Feiffer Dipartimento di Conservazione Politecnico di Milano Architettura .

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