di Cristoforo TRAMONTANA
L’urlo dei guerrafondai non fa tremar nessuno, tanto meno nel terzo millennio giunto con laurea a pieni voti sul tema della Guerra.
Oltre cento conflitti hanno fatto conoscere all’Umanità cosa significhi produrre armi e inventarne sempre di più potenti. Quanti nostri fratelli dovranno ancora morire, prima che governanti e galoppini possano considerarsi “competenti”.
Hanno sparato a palla le sirene del pensiero unico per allarmare le popolazioni mondiali invece di riflettere sulle avvisaglie di pericolo che si alzavano da ogni parte.
“Guerra o Pace”: cosa fare?
Non è stata presa in considerazione neanche la più banale delle domande. Hanno inculcato il concetto delle armi buone e giuste, delle armi di difesa pur di aggrapparsi ad un’alternativa, tra l’altro, priva di senso.
Non si uccide per bene o per giusto, anche la legittima difesa non è atto da compiersi a cuor leggero: è morto un essere umano e la mano che ne ha procurato la fine, è umana.
Se le armi fossero bandite, giuste e buone che siano, a nessuno, nel terzo millennio, verrebbe in mente di far guerra al vicino con pietre e frecce.
Il concetto che propone il divieto di caccia è lo stesso se lo si allargasse al divieto di sparare, e se non si caccia e non si spara, a cosa dovrebbero servire le armi?
I Pacifisti sono degli illusi, circola spesso, ma la domanda cruciale del perché si preferisce la morte alla vita se la son posti?
Il tentativo di creare nuovi equilibri mondiali, per fortuna stanziale solo nella mente di alcuni ben noti potenti, è davvero qualcosa che riguarda il mondo o è scatenato solo per opportunismo personale?
L’eccesso di fervore con il quale la von der Leyen ha cavalcato la causa ucraina e con il quale ha destabilizzato il processo (giusto o sbagliato) di Pace in atto, con un ulteriore fomento alla recrudescenza del conflitto, lascia perplessi e sconcertati.
Se si vuol la Pace, si interviene con proposte, con misure adeguate, si cercano colloqui e incontri, non si va nella direzione opposta.
Voglio chiudere con un esempio molto calzante: a sottovalutare quanto potrebbe celarsi dietro l’alimentare la guerra si potrebbe naufragare inesorabilmente con un fatto storico banale ma sempre valido: nel 1912 la nave Titanic era considerato il transatlantico più efficiente e sicuro al mondo. Quando le sirene iniziarono a suonare per l’allarme iceberg, i più pensarono ad uno scherzo deridendo perfino quelli che avevano già indossato i salvagente. Addirittura, l’orchestra, continuò a suonare!
La storia di quella tragedia riporta che, fino al momento dell’impatto, il mare fosse calmo e la visibilità buona, per cui l’equipaggio non credette alle numerose segnalazioni ricevute.
Quando l’enorme iceberg si presentò davanti la prua, lanciarono l’allarme, purtroppo però era troppo tardi!
Capito?
Le sirene suonarono l’allarme ma quando la situazione precipitò, ERA ORMAI TROPPO TARDI, così come a giocare alla guerra con armi letali significa ignorare l’iceberg che intralcia la rotta.
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