La magia dei gelati artigianali italiani sta lentamente svanendo. Tutto è iniziato con l’arrivo delle grandi catene di gelateria industriale e la progressiva perdita delle antiche ricette di famiglia. Le piccole gelaterie storiche, un tempo fiore all’occhiello di ogni quartiere, hanno ceduto il passo a franchise standardizzate. Chi non si è convertito al gelato industriale è stato acquisito da grandi gruppi, dalle gelaterie storiche del centro fino al chiosco del gelataio sotto casa.
In questo scenario, i profitti seguono percorsi diversi. Quando il gelataio artigianale guadagna 5 euro su un cono da 6, quei soldi tornano a circolare nel quartiere – magari comprando le nocciole dal produttore locale o le fragole dal fruttivendolo vicino. Ma oggi, pressato da costi crescenti per materie prime di qualità, normative igieniche sempre più severe, certificazioni costose e consulenze varie, quel gelataio riesce a malapena a guadagnare 1 euro per cono.
Le nuove normative, pensate per garantire standard elevati, hanno paradossalmente favorito le grandi catene, le uniche in grado di sostenere i costi fissi di laboratori ultra-moderni e certificazioni internazionali. Più il sistema diventa complesso, più le piccole gelaterie familiari chiudono, lasciando spazio alle grandi catene.
La primavera è alle porte, in arrivo prodotti industriali standardizzati a prezzi spropositati per tutti.
WI
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