QUELLA MATTINA DEL 25 FEBBRAIO 2009 AL COMUNE LO ATTESERO INVANO… PIPPO MAISANO AVEVA AVUTO UN MALORE E SI ERA ACCASCIATO AL SUOLO. Non ci fu nulla da fare, purtroppo.
Dieci anni sono passati in fretta, da quel giorno; ma il suo ricordo è ancora vivo in chi lo ha amato e continua a sentirlo vicino…
Raccontai di lui nel libro DALLA SENA IN POI… perchè era cresciuto con noi, in quella piazza nel cuore di Milazzo.
Fratello minore di Giulio e Gianni Maisano, quando ancora Nino e Massimo non erano arrivati per aumentare il numero dei figli di Nunzio e Stefana Maisano, era solito distinguersi per le sue “partecipazioni” attive alle battaglie fra rioni che noi ragazzi di un altro mondo combattevamo con bastoni, fionde e spade di legno… Nel numero di marzo del 2009, per commemorare la sua improvvisa scomparsa, dedicammo su TERMINAL un ricordo, che fu letto nella chiesa del Sacro Cuore alla fine della messa.
Anche se si tratta di un ricordo di dieci anni fa, per noi è come se sia passato solo un giorno…
ERA IL PIU’ PICCOLO, MA PER NOI ERA UN EROE…
Appena appresa la notizia della sua scomparsa, mi ha colto un immenso sconforto; quindi, il ritorno di un’immagine, rimasta scolpita nella mente di noi della “sena”, quando lui, roteando un pezzo di legno a mo’ di spada, mise in fuga una decina di altri bambini, molto più grandi di noi, di un altro rione. Uno di quelli con i quali, negli anni ’50, facevamo le battaglie, per emulare i ragazzi della Via Paal.
Commentando le gesta dell’eroe del giorno, contenti per avere vinto la nostra ennesima battaglia, esaltammo il nome di Pippo, ma la signora Stefana, la mamma, assistendo alla discussione, rimase sconvolta ed esterrefatta.
“’I cu stati parrandu? ‘I me figghiu Pippu? Iavi cinc’anni!”.
Quindi, prendendolo per il braccio, come si faceva una volta, senza timore di essere richiamati da psicologi o sociologi, lo portava a casa.
“Appena ‘u sapi to patri, ti fa’ vidiri iddu”.
Questa volta a portare via Pippo non è stata, per l’ennesima volta, la signora Stefana, che con don Nunzio aveva un conto in sospeso con il figlio, da allora, cinquant’anni fa, ma un’altra signora, inesorabile, che non accetta compromessi e rinvii.
Lo ha rapito mentre, all’alba del nuovo giorno, era pronto per iniziare la sua giornata di lavoro, fare la solita strada, magari incontrarmi per approfittare del passaggio, parlare della famiglia, di Nino che aveva fatto cinquant’anni, dell’auto nuova, e dei soliti “ti ricordi”…
Pippo Maisano ha lasciato un vuoto, difficile da colmare. Ma rimarrà sempre il nostro piccolo, grande eroe, dei quali tutti i suoi cari dovranno essere fieri.
Un eroe pieno di umanità, di amore, di affetto. Di onestà!
Anche se non ha vinto l’ultima battaglia, contro la quale ha combattuto, da eroe, per dieci lunghi anni, sarà vicino a mamma e papà, a vegliare sulla sua famiglia…