Questa la frase che Matteo, il fratello minore, scrive su facebook, e mi colpisce. Mi colpisce per la notizia che mai e poi mai mi sarei aspettato di leggere, la morte del fratello. Mi colpisce per la pietà che chiede nei confronti dei suoi “assassini“. Mi colpisce, ancora, perchè di fronte a queste notizie tornano alla mente i ricordi di anni lontani, in cui rivedo un giovane Pippo Sciotto, alunno del Ginnasio, fin da quando aveva i pantaloncini corti.
Si è spento stanotte Pippo Sciotto, e nulla ha potuto contro la terribile malattia che lo ha costretto a subire la più dura delle imposizioni, la sconfitta. La prematura scomparsa della figlia, Maria Nadia, nelle cui braccia si è andato a rifugiare, lo aveva reso vulnerabile. Non era più il politico sanguigno e deciso che aveva retto le sorti del suo comune, o il timone dell’Assessorato provinciale qualche anno addietro. Non era più, il professore, il compagno di scuola che mi telefonò per dare una mano a Gino, sindaco di Gualtieri Sicaminò, per preparare la cerimonia della consegna del gonfalone. Ricordo ancora quella telefonata, in un caldo giorno d’estate “Santino, Gino ha bisogno di te. Tu sei maestro nel cerimoniale…“. Non ebbi nemmeno il tempo di rispondergli che ero in ferie, che lui, pronto e sicuro che non avrei accampato un’altra giustificazione, replicò: “E pari chi cca ha travagghiari! Dai, a ttia spittàmu!” lasciandomi solo il tempo di scendere le scale, infilarmi in auto e percorrere la strada che da Milazzo porta a Gualtieri…
Non c’è più Pippo Sciotto. “Che Dio abbia pietà dei tuoi assassini“, scrive il fratello.
Chi sono questi assassini, è facile scoprirlo. Pippo non è che l’ennesima vittima di un territorio violentato, di una scelta che con il passare degli anni sta richiedendo un tragico tributo di vite umane. Pippo è una vittima illustre, oserei dire; è stato e lo riconosciamo ancora un politico, che ha pagato adesso in prima persona scelte fatte da altri, e contro le quali sembra impossibile opporsi. Gli interessi economici non possono però prevalere nei confronti della salute pubblica.
Iddio avrà pietà dei suoi assassini, ma una città, un territorio che piange i suoi figli non potranno avere pietà di chi, confidando nella pietà divina, continua impunemente a prendersi le vite dei nostri cari, e le nostre!
Addio, amico mio, vecchio compagno di scuola, riposa in pace!