«Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli!»
Ma che schifo è questo? Non riesco a crederci che un giornalista lo abbia scritto per davvero!
Ieri ho letto questo articolo che mi ha fatto rabbrividire, anzi rabbrividire è dir poco! Sentite cosa sostiene Camillo Langone, che tra parentesi è anche un famoso scrittore italiano: «La Harvard Kennedy School ha messo nero su bianco che le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze. Più istruzione femminile si traduce in «meno famiglie e meno figli». Quindi, a detta di questo luminare, la soluzione è semplicissima: «se vogliamo riaprire qualche reparto maternità, bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà.»
Detta in parole povere le donne devono restare ignoranti. Non bisogna farle studiare!
Ecco, io mi domando: ma chi diavolo si crede di essere questo tizio? E sì, ancora oggi, ad alcuni spaventa vedere una donna che ha cultura. Perché la cultura fa una cosa semplicissima in apparenza ma che cambia tutto: ti dà le parole. Ti dà le parole per condividere o dissentire, per argomentare o confutare, per difenderti da chi vorrebbe zittirti, per rimettere in riga chi vorrebbe sopraffarti.
La cultura fa questo: ti dà una voce.
Ed ecco cosa vorrei dire a tutte le giovani di oggi e di ieri: non permettete a nessuno di zittirvi. Non fatevi rubare la vostra voce. Leggete! Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, leggere è ancora la più sovversiva. Una donna che legge non puoi gestirla, zittirla, metterla in un angolo. Farla tacere. Una donna che legge non si accontenta ma «cerca». Sa che il suo valore non risiede nell’aspetto ma nella tenacia del cuore.
Le donne che leggono sono «come uragani. Non si fermano davanti a nulla.» Non puoi ingabbiarle in un ruolo: sanno che essere mamma, moglie, compagna, ballerina, dottoressa, poeta, giornalista, casalinga, «scrittora», non sopporta il verbo «devi» ma è una scelta. Leggere deriva dal latino «lego» e significa questo: scegliere. Ed è solo a questo che servono le parole: a scegliere e a scegliersi.
Guendalina Middei
Commenti