In questo come in tutti gli altri governi c’è una categoria di individui che infesta i corridoi del potere: figure intellettualmente povere, drammaticamente impreparate, ma perfettamente funzionali come esecutori di ordini altrui. Questi personaggi sono riconoscibili a prima vista. La loro incompetenza è evidente in ogni discorso pubblico, dove faticano a formulare pensieri coerenti.
La loro forza non risiede nelle capacità, ma nella disponibilità. Sono vassalli perfetti: non possedendo idee proprie, non rischiano mai di contraddire il padrone di turno. La loro ignoranza li rende malleabili, incapaci di distinguere tra decisioni sensate e ordini assurdi.
Nel mondo politico, questi soggetti proliferano come funghi. Li troviamo a ricoprire ruoli di rilievo, nominati non per competenza ma per fedeltà assoluta. La loro presenza nelle istituzioni rappresenta il trionfo del servilismo sulla competenza. Non sono mai stati selezionati per risolvere problemi complessi, ma per occupare spazi che altrimenti potrebbero essere riempiti da persone capaci di pensiero critico – pericolose per chi vuole mantenere il controllo.
Questi soldatini dell’incompetenza sono i burattini perfetti: privi di spina dorsale intellettuale, pronti a recitare qualsiasi parte gli venga assegnata, felici di godere dei privilegi che derivano dalla loro posizione senza il peso della responsabilità di decidere davvero.
Alla fine, il loro successo è la cartina di tornasole di un sistema malato, dove la mediocrità viene premiata più del merito, e dove la capacità di obbedire ciecamente conta più della capacità di pensare.
WI
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