IL RICORDO DI QUELL’AMICO CHE FU COMPAGNO DI VIAGGIO NEGLI ANNI DELLA GIOVINEZZA
Puccio Di Natale, universitario, esponente della goliardia messinese di quegli anni 60, è un compagno di viaggio lungo la strada della contestazione giovanile. Sono gli anni del FUAN, della Giovane Italia, degli incontri politici nella sede di via Umberto I, delle elezioni comunali in cui si lottava per ottenere il secondo seggio sempre sfuggito, dei viaggi a Messina o a Reggio Calabria, con Franco Sciotto, Bartolo Currò, l’avvocato Filippo Russo e tanti altri per presenziare ai comizi di Giorgio Almirante, avvolti dai tricolori che significavano riscossa, speranza, ideali. Perduti fra migliaia di altre persone del nostro stesso credo, non esitavamo a salutarci con il braccio teso, per ribadire l’appartenenza ad un partito, a riconoscerci in quella guida che era il segretario nazionale.
Anni difficili, in cui scegliere significava anche accettare l’emarginazione, l’esclusione, la lotta quotidiana contro chi si riconosceva in quell’arco costituzionale che aveva decretato la nostra condanna, senza possibilità di appello. Abbiamo tenuto fede alle nostre scelte giovanili, anche se di quel gruppo numeroso sono molti, con il passare degli anni, ad essere stati risucchiati nell’anonimato.
Ricordare i nomi non è difficile, perchè tutti, qualunque sia oggi la loro età, hanno segnato anni fatti di coraggio e temerarietà.
Paolo, Nanni, Jack, Pino, Ettore, Attilio, Massimo, Antonio, Pippo, Mimmo, Eugenio, Armando, Enzo, Biagio, Umberto, Michele, Natale, Nino, Giovanni, Franco, Felice, Pippo Salvo, Santo, Aldo … una lista interminabile, e ad ogni nome riesco ad associare anche i volti di quei ragazzi, siciliani e calabresi, conosciuti nel mondo della politica e della goliardia.
Ognuno ha percorso una sua strada, mantenendo intatta quell’idea maturata nel corso di quegli anni meravigliosi della contestazione giovanile.
Poi venne il momento delle responsabilità: si doveva trovare qualcuno che sostituisse in Consiglio Comunale l’avv. Italo Magistri, spentosi improvvisamente.
Toccò a Puccio coordinare l’attività all’interno del partito: lui era uno stratega, e la sua esperienza gli permetteva di valutare con fermezza e decisione i rappresentanti al Comune. Era il 1975. Tutti noi ricordiamo ancora quelle schede su cui si dovevano riportare tre numeri, una combinazione bloccata formata dall’1, dal 10 e dal 28. Rimase fuori il 10, poiché scattarono, per la prima volta nella storia del MSI, due seggi, anche se ne sognavamo tre!
Poi ci fu la scissione, il buio più totale.
Eravamo negli anni di piombo, e molti di noi avevano già lasciato Milazzo per un lavoro difficile da trovare. Tutte le porte erano sbarrate, purtroppo.
Lui finì a Messina, io in Calabria, Attilio in Umbria, Massimo a Genova…
Grazie a Dio avevamo un lavoro.
Ma la famiglia, i figli, gli impegni quotidiani, la lontananza ci avevano fatti perdere di vista per quasi un ventennio.
Poi, improvviso, inatteso, il trionfo della nuova destra: non c’erano più gli stessi di tanti anni prima, ma nuovi volti, nuovi uomini, tanti di quelli che avevano decretato il nostro purgatorio, ora insperati alleati, di comodo!
E molti giovani che avevano bisogno di quel manipolo di uomini che non aveva rinunciato all’ideale!
Puccio era uno di quelli. Viene premiato con l’elezione al consiglio comunale, quindi diventa Assessore.
Ma non sono più gli anni della contestazione. Siamo in una nuova repubblica, la seconda, nata dopo Tangentopoli… Gli uomini sono cambiati, gli ideali sono stati relegati in soffitta… Questo nuovo mondo non fa per lui. Ha esaurito il suo compito, non ci sono più le premesse per condurre le battaglie per quel tricolore, per una società migliore, per l’Italia che avevamo sognato.
Non ci sono più i vecchi camerati ma solo uomini avanti negli anni, stanchi e delusi, anche se ognuno di loro porta nel cuore quegli anni, quei ricordi, quei momenti di esaltazione, di ebbrezza.
Sono tornati in tanti, nel Duomo di Milazzo, per salutarlo l’ultima volta. Con quel saluto fatto tante volte, senza timore, fieri di guardare il mondo, con orgoglio! Da quel giorno è passato un anno… Ma noi non lo abbiamo dimenticato, il nostro Puccio Di Natale!