“L’impossibile lo facciamo subito, per i miracoli ci stiamo attrezzando!”. Quante volte avete letto questa frase? In attesa del miracolo, venivano fatte le cose ritenute impossibili, proprio per accontentare gli insistenti interlocutori. Che, in effetti, non pretendevano il miracolo, ma solo le cose rientranti nella normalità, proprio quelle ritenute MIRACOLI dai solerti impiegati della Pubblica Amministrazione. Tutta, indistintamente, tranne sporadici casi in cui l’impiegato si mette a disposizione, così come fa il rag. Costa al Provveditorato agli Studi di Messina, il quale riceve garbatamente decine e decine di insegnanti al giorno, aiuta, consiglia, ricostruisce carriere scolastiche, trasmette documenti, e ha sempre un sorriso per tutti! L’esempio del provveditorato di Messina è sinonimo di funzionamento di un ufficio della Pubblica Amministrazione, ma non di quella #buonascuola di Renzi e della Giannini, sulla quale preferiamo, almeno in questo articolo, sorvolare! Ci sono altri impiegati, solerti e disponibili come il rag. Costa, perché sono fieri del loro lavoro, pienamente responsabili e orgogliosi. E quotidianamente lo onorano, per questo sono benvoluti e stimati da tutti, in primo luogo da chi ha frequenti o sporadici contatti con loro, anche se, talvolta, la stessa stima non è riscontrata nei colleghi di lavoro… I miracoli, dicevamo. Bisogna raccomandarsi, qualche volta. E non è detto che si riesca sempre ad ottenerlo, il miracolo! Un po’ come la raccomandazione; solo che questa la puoi richiedere a chiunque, il miracolo no! Il miracolo avviene per intercessione. Sì, un po’ come la raccomandazione, anche se i meriti se li prendono poi tutti quelli ai quali uno si rivolge. Per il miracolo no: i meriti vanno solo ad uno! Che, se non è santo, ci mette poco a diventarlo: basta dimostrare che il miracolo è stato fatto, che ci siano testimonianze inconfutabili, e che la Chiesa lo riconosca. Nel nostro caso, quello evidenziato nella foto che ci è stata mandata da un amico medico, vecchio compagno di scuola, il miracolo è evidente: un muro completamente ricoperto di fiori. Beh, diciamo che prima c’era solo erba, i fiori sono spuntati dopo, bastava avere fede. Il problema consiste nel trovare i testimoni: anche se sono tutti lì, a destra nella foto, in posizione orizzontale, non potranno presentarsi per confermare l’evento soprannaturale! Però sono riconoscenti verso chi quel miracolo lo ha consentito: proprio perché spesso rimangono senza fiori, non avendo più nessuno che glieli porti, o non avendo i parenti vicini o lontani più il tempo materiale per andarli a trovare, ma solo quella volta l’anno. Quei fiori, delicati, selvaggi, teneri, spontanei, che si fanno largo in mezzo alle erbe e colorano un vialetto sul quale non si può più transitare, sono il segno tangibile di un miracolo! Proprio per questo non vanno recisi: perché costituiscono una reliquia, gradita a chi rappresenta la maggioranza. Non in seno all’Amministrazione, pronta ad intervenire per bonificare il cimitero appena arriva una segnalazione, ma un’altra maggioranza, sempre più numerosa man mano che passa il tempo! Se una volta si rimaneva in attesa della mano pietosa che mettesse un fiore, su una tomba spoglia, adesso ci pensa la natura… e che a nessuno venga in mente di chiedere una pulizia straordinaria! Sarebbe un sacrilegio!
PULIRE IL CIMITERO? SACRILEGIO!!!
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