SEMPRE PIU’ RICORSO AI VOCABOLI STRANIERI, MENTRE LA SCUOLA FA POCO O NULLA PER INSEGNARE L’ITALIANO. E GLI SVARIONI SI VEDONO, ECCOME!
Toh, guarda, ho scritto OPTIONAL! Ci son cascato anch’io, anche se l’intento è proprio quello di censurare un abuso, ormai troppo abbarbicato, di mescolare parole in lingua straniera in ogni nostro discorso, come a renderlo più efficace o incisivo nei confronti di chi ci sta ascoltando. Un vezzo troppo marcato che denota scarsa proprietà di linguaggio se ci si trincera dietro parole incomprensibili che assai spesso, nel tentativo di trovarne il significato, interrompono il filo del discorso vanificando la “comunicazione” con l’oratore del momento. E’ come se ci si sforzasse di parlare in lingua italoanglofrancotedesca con tanti significativi vocaboli in lingua italiana che certamente rendono meglio e più specificatamente il concetto. Perché dire “mobbing” per esempio e non “molestia” che già da sola dà il senso del fastidio del disturbo specificatamente arrecato a terze persone?
E si trovano esempi in ogni campo sia in banalissime discussioni fra giovani o nelle amenità salottiere fra signori e signore che, giovani, ormai non sono più. Troviamo di questi inutili inserimenti nei discorsi di tutti i politici; in ambito economico/bancario (non ne parliamo proprio); a scuola nei nostri docenti e se questo non vi turba, anche in Chiesa durante l’omelia. Parlare per slogan o per acronimi è ormai normalità e più si “agghinda” il proprio parlare di orpelli in lingua inglese o francese, meglio ci si sente al cospetto di chi ascolta che il più delle volte non ha capito (consentitemi) un “tubo”. Qualcuno potrà dire “Ma quanto è colto!” o “Ma quante lingue conosce!” o addirittura “Parla proprio come un libro aperto!“. Ma quando mai, è solo un modo di pavoneggiarsi abbandonando la madre lingua di così alte origini, in cambio di qualche ammiccamento da parte di altri consimili privi di senso patrio.
L’Italiano, lingua melodiosa che nulla ha da invidiare ad altre notoriamente dure o sgradevoli alla percezione uditiva. Nessun disprezzo, ovviamente, per le altre lingue ma un semplice distinguo privo di aggettivazioni antipatiche che vuole solo dire parlate la vostra lingua e ponetevi la domanda se mai in Inghilterra o in Francia o in Africa o in qualunque altra parte del mondo sentirete o avete mai sentito intercalari in lingua italiana. Mai certamente! E non venite a dire che ovunque sanno dire: Italia… pizza… spaghetti, perché solo a questo si fermano forse per divieto di tipo governativo assoluto o per rispetto al loro idioma. Qualche solone politico, in effetti, farebbe bene a prendere di petto questo problema e cominciare a vietare l’abuso di offesa alla madre-lingua, facendo pian pianino un po’ di retromarcia che, anche in questi casi, evita peggiori “scivolate d’ala”.
Un piccolo esempio se non vi siete già annoiati…, piccolo ma sintomatico.
Al bar due ragazzi parlano di sport e più in particolare delle ultime gare di nuoto svolte in trasferta.
– Ma che hai combinato ieri?
– Lo starter mi ha tratto in inganno con un suo movimento e mi son lanciato prima…;comunque, non ero al top. E a te, com’è andata? – Ma, io ho avuto un buona performance ed ho ricevuto i complimenti del Mister e del Manager della “Butterfly”. Mi hanno detto che se continuo così potrò andare ai play-off di primavera indoor al nord; anche se sarà uno step molto duro ed impegnativo da superare. Potrò contare sull’aiuto di tutto il team e dell’intero Club. Ovviamente data l’importanza dell’evento dovrò allenarmi tantissimo in piscina e sottopormi a sedute di training autogeno per una maggiore concentrazione.
– Bravo! E poi cosa avete fatto? Nella confusione ci siamo persi di vista.
– Ci siamo fermati al fast-food del market annesso alla piscina, abbiamo preso una pizza take-away, pagando un minimo di ticket, grazie alla convenzione e poi con la strada a scorrimento veloce, la free-way, siamo arrivati a casa.
– Aspetta,aspetta, festeggiamo l’evento con un selfie-ricordo.
Visto come si parla oggi… mi pare sufficientemente vergognoso considerati i nostri illustri predecessori della stazza di Dante…Manzoni…; gli altri aggiungeteli Voi, mentre Vi trastullate a calcolare la percentuale delle parole straniere rispetto a quelle in Madre-Lingua, in questo piccolo brano esemplificativo dotato di un suo filo logico che lo rende verosimilmente attuale. Buon divertimento!