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QUATTRO CHIACCHIERE CON TINA BERENATO

stemma comuneDOPO IL RESTAURO DELLO STEMMA DEL COMUNE, ABBIAMO VOLUTO SAPERNE DI PIU’…

Tina Berenato è molto nota, come pittrice, avendo al suo attivo parecchie personali e collettive. Ma fa anche parte dell’Associazione Teatrale BORGO ANTICO, per cui la sua passione la trasmette sulla scena, nella scelta dei costumi, nella drammatizzazione. Lo stemma del comune è stato restaurato proprio da lei, e la notizia apparsa sul nostro giornale ha fatto conoscere ai lettori ciò che ella da otto anni conservava come se fosse un segreto. Abbiamo però precisato che non ci sono voluti otto anni per eseguire il lavoro, aggiungendo anche che la stessa autrice si è sobbarcata gli oneri per i pennelli, i colori e altro; ma ci è sembrato anche giusto darle un… momento di popolarità, quelle luci della ribalta che ha nella vita artistica, chiedendole qualcosa in più su questo restauro. “Fu una richiesta del sindaco Lorenzo Italiano, ci dice Tina, che ho voluto esaudire. Lo stemma era in pessime condizioni. Si tratta di un lavoro realizzato su metallo, per cui l’intervento è stato abbastanza delicato. In primo luogo perchè l’esposizione all’aperto non ha garantito, nel corso degli anni, alcuna protezione… e poi perchè il disegno era in pessime condizioni..” Immaginiamo che sia stato un lavoro difficile, aggiungiamo noi, ma per una persona che sa fare il suo lavoro… Ci interrompe: “No, forse voi non immaginate. Sapete come era ridotto lo stemma? Ma non c’entrano nulla il tempo o le piogge o lo smog… Avete presente quello che fanno i volatili? Proprio i colombi…“. I colombi? Vuoi dire che… “Voglio dire proprio quello che state pensando voi! Ho lavorato con la mascherina per giorni e giorni. L’acido degli escrementi aveva causato danni irreversibili, la pittura era completamente scomparsa, la lamiera ha dovuto subire diversi interventi prima di iniziare l’opera di restauro pittorico. Non credo che Lorenzo Italiano si fosse reso conto di quel che mi aspettava, altrimenti non mi avrebbe nemmeno chiesto il restauro. E poi, a quell’altezza, chi avrebbe potuto accorgersi dei danni fatti in profondità dai colombi?“. E una volta completato il lavoro? “Bella domanda. Ecco perchè sono passati otto anni. Chi si sarebbe preso la responsabilità di esporre nuovamente lo stemma con l’aquila imperiale al balcone del municipio? Anche se il comune non aveva pagato nulla, il pericolo colombi era sempre incombente. Anche nel corso della sindacatura di Carmelo Pino….” … Solo che poi è arrivato il punteruolo rosso, aggiungiamo noi. Ha dovorato le palme, ha sfrattato i colombi… e il gioco è fatto. Sorride Tina: “Dovremo ringraziare quindi il punteruolo rosso, secondo voi?“. E chi altri, Tina? A pensarci bene, la fuga dei colombi ha permesso il ritorno dell’aquila… c’è un piccolo inconveniente, ma non vogliamo allarmarti: dal lato di via Pescheria, proprio in piazza Caio Duilio, sono arrivati i gabbiani. Mettono in fuga i colombi, e si nutrono dei pesci che non vanno a pescare, planando sul mare. Hanno capito che ci pensano Mario Foti, suo nipote Salvatore e qualche altro a sfamarli. Non sono stupidi… E non pensiamo assolutamente che faranno i loro bisogni sullo stemma del comune. In fondo, loro conoscono l’aquila, regina dei volatili, e un po’ la temono. Figuriamoci se si permettono di imbrattarla. Grazie, di tutto, Tina, a nome di chi ha saputo riconoscere il tuo lavoro ed ha gradito il ritorno dell’aquila imperiale, simbolo della nostra città. 

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