Grazie alle ricerche condotte recentemente presso archivi e biblioteche da Pino Caristi, ma anche dallo scrivente (Massimo Tricamo, ndr) in collaborazione con Luciano La Rosa, è emerso che la S.S. Milazzo è sorta ben prima del 1937. Una notizia comunque tutt’altro che inedita, se si considera che già era stata riportata su “La Voce di Milazzo”, nel settembre 1973, da Giuseppe Foti e Filippo Russo.
A fondare la S.S. Milazzo fu nel 1930 il prof. Giovanni Impallomeni (1879-1962), che il 16 dicembre di quell’anno ingaggiava il calciatore Federico Auletta, il quale, nella duplice veste di allenatore e capitano, avrebbe guidato la prima formazione del Milazzo.
Il brevissimo comunicato stampa datato 16 dicembre 1930 ed apparso sulla “Gazzetta di Messina e delle Calabrie” il giorno successivo può dunque considerarsi l’atto di nascita della S. S. Milazzo. Eccone il testo a firma del prof. Giovanni Impallomeni: «la presidenza della Società Sportiva Milazzo comunica che il signor Auletta Federico è stato nominato trainer della squadra di foot-ball. Per giovedì tutti i giocatori affiliati alla Società sono tenuti presentarsi alle ore 14 in tenuta sportiva al Campo di via Grotta Polifemo».
La prima partita di cui si ha notizia venne giocata al campo di S. Papino il 6 gennaio 1931. A comporre la formazione diversi elementi che avevano militato in precedenza nelle fila di altre due squadre di calcio milazzesi, la Nino Cumbo e l’Ambrosiana (da qualcuno in passato indicata erroneamente quale Rinascente).
Il Milazzo, in maglia rosso-azzurra, s’impose per 6 a 1 ai danni della Pro Messina, con una tripletta nel secondo tempo di Guglielmo Nastasi, noto ai tifosi come “Nastasi II” o “Moscaglione”, tripletta che valse al diciannovenne milazzese, destinato a diventare nel secondo dopoguerra allenatore e presidente del Milazzo, il complimento di «inesorabile cannoniere».
Il 19 luglio 1931 il prof. Impallomeni, che dal 1924 ricopriva l’incarico di direttore dell’ospedale civile di Milazzo, inaugurava coi suoi ragazzi il campo sportivo “Grotta Polifemo”, sorto sulle ceneri del velodromo “Nino Cumbo”. La nuova maglia azzurra, recante lo stemma civico sul petto, ossia l’ovale raffigurante l’aquila sulle onde del mare, avrebbe caratterizzato gli incontri del secondo semestre del 1931 e degli anni immediatamente successivi, rimpiazzando quella rosso-azzurra alternata talvolta alla maglia rosso-nera.
Il prof. Impallomeni, complici i suoi molteplici impegni professionali, abbandonò la presidenza della S.S. Milazzo intorno al 1934. A rifondarla e rilanciarla sarebbe stato nel 1937 il ventiduenne Peppino Isgrò, titolare dell’omonima ferramenta di via dei Mille, che l’anno successivo al Renzo Barbera di Palermo, allora stadio Marrone, conquistava coi suoi ragazzi in maglia bianca l’ambita Coppa Sicilia.
Di lì a poco i calciatori del Milazzo avrebbero indossato definitivamente i colori rossoblù: il «rosso dei picciotti di Garibaldi, il blu del nostro mare». Durante la presidenza Isgrò la S.S. Milazzo si distinse anche nell’atletica e nel basket. Fu lo stesso Isgrò a rilanciare ancora una volta la S.S. Milazzo nell’immediato secondo dopoguerra, proiettandola verso i fasti della serie C.
Tra poco toccherà ai ragazzi di mister Bognanni scrivere una nuova pagina di storia rossoblù, in vista dell’ormai vicino centenario della S.S. Milazzo, che ricorrerà il 16 dicembre 2030.
da #storiapatriamilazzo #museryolo
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