Appena informati dall’amico Masino Cavallaro, abbiamo diffuso la notizia della scomparsa del prof. BARTOLO CANNISTRA’ sul gruppo dei compagni di scuola del Liceo G.B. Impallomeni. Abbiamo voluto commemorare per noi, uniti dalla stessa appartenenza a quella scuola, il docente di storia e filosofia ed il compagno di scuola, raccogliendo i commenti e le emozioni dei suoi alunni, le testimonianze di affetto, persino qualche aneddoto. Ricordo ancora quando, alla cerimonia del 50° anniversario della nascita della Scuola media “Luigi Rizzo”, prese la parola per descrivere la figura dell’Eroe milazzese, narrando quella pagina di storia che segnò la vittoria dell’Italia nella prima Guerra Mondiale; in sala, tutti ad ascoltare quella che io, prendendo la parola dopo di lui, definii “una lezione che da alunno non avevo potuto ascoltare perchè ero in una sezione diversa“, mostrandomi rammaricato per non averlo avuto come docente! Una considerazione, la mia, obiettiva e spontanea che lo sorprese, ma era il modo per esternare nei suoi confronti il rispetto per la sua immensa cultura e la dialettica che tutti gli riconoscevano, e che era giusto sottolineare in quella sede fatta di ex alunni affermati professionisti e di docenti: la sua “lezione” era un valore aggiunto a quella cerimonia.
Il mio commento della scomparsa del professore Cannistrà nel gruppo del Liceo è stato lapidario: evitando frasi di circostanza, ho voluto soltanto scrivere “Battiato e Cannistrà, la cultura e l’arte perdono due grandi protagonisti”, dando risalto alla sua figura di uomo di cultura così come – ne ero certo – la stampa e i media l’avrebbero data a Franco Battiato, massima espressione della Sicilia in campo musicale. E in quella sintesi ho voluto accostare i due personaggi che hanno lasciato un patrimonio da valorizzare per la nostra terra.
Nai commenti del gruppo, si è voluta unire Alessandra Formica, fondatrice del giornale TERMINAL e nostra prima direttrice, che ha voluto dedicare al professore un suo commosso pensiero.
Riportiamo di seguito alcuni dei ricordi condivisi sul nostro gruppo da ex compagni di scuola e studenti…
– Quanto dolore provo alla triste notizia della dipartita del mio caro e indimenticabile compagno di banco al Liceo Classico. Abbiamo vissuto sempre uniti in quei tempi e ho tanti ricordi che non potrò mai dimenticare. Le camminate lungo la strada di ponente durante le quali Lino ripeteva la storia che io ascoltavo e apprendevo per prepararmi agli esami di Stato, i giornaletti fatti a scuola e diffusi con i nostri compagni (La Cirenaica), frasi indimenticabili (concio’ sia cosa che laonde per cui), ma non potrò mai dimenticare la sigla del mio nome (D.L) che Lino ha creato per me e che ancora oggi io uso e che è legata al suo ricordo. Conoscevo i suoi genitori quando abitavano dietro il campo sportivo e la casa dove studiavamo assieme. Il più bel ricordo che mi associa al carissimo Lino, è legato alle nostre prime e contemporanee simpatie per due nostre campagne di scuola. Come studenti del classico, avevamo dato loro i nomi di “Beatrice” e di “Laura”… oggi mia moglie da 54 anni! ….Quanti ricordi, quanta tristezza sento per la sua dipartita. Da anni vivo in California, e provo tanto dispiacere per non poter essere presente all’ultimo saluto di un amico e compagno indimenticabile. Diego La Scala
Lo sento come un lutto personale per quanto ha dato a me, per avermi insegnato non solo la filosofia ma il pensiero critico. Penso che sia un lutto per tutti i suoi ex allievi e per l’intera cittadinanza milazzese. Un grande uomo di cultura e un libero pensatore non c’è più. Che la terra gli sia lieve… Stefano Fedele
Mi associo con commozione alle espressioni di cordoglio per la scomparsa del caro Prof. Cannistrà. La pur profonda distanza tra i nostri ideali politici non impedì mai un cordiale reciproco confronto costruttivo, fondato sui comuni obiettivi di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale dell nostra Città, e della promozione sociale e culturale delle nuove generazioni. Ne conservo il ricordo di Uomo fedele alle proprie idee, animato da sincero rispetto per le idee altrui. Esempio di stile, intelligenza ed equilibrio intellettuale, in un mondo sempre più deturpato dal politicamente corretto… Salvatore Italiano
La coerenza degli ideali e la straordinaria cultura del Prof Cannistrà mi hanno portato a stimarlo nonostante gli ideali contrapposti, sin dai tempi di scuola. Sarò sempre fiera di essere stata sua alunna, nonostante le discordie era un uomo di grande spessore, impossibile non ammirarlo! Ivana Bonaccorsi
Ho avuto anch’io l’onore di averlo come professore al liceo…. nonostante la nostra netta distinzione politica, ci siamo sempre rispettati nelle nostre convinzioni. È stato un Professore con la p maiuscola. Carmelo D’Agostino
Mi dispiace. Grazie alla Lute ci siamo più volte incontrati e confrontati anche su posizioni diverse ma con grande civiltà e reciproco rispetto. Alla famiglia il mio pensiero. Vincenzo Fogliani
Un RIP a Lino Cannistrà, grande esempio di vita, cultura e guida per tutti gli alunni che hanno avuto la fortuna di incontrarlo. Giovanni Vaccarino
Ed ecco il ricordo di Alessandra Formica
“Ho conosciuto il Prof. Cannistrà il giorno dopo essermi laureata. C’era una riunione alla redazione de La Città, un settimanale conosciutissimo e molto diffuso non solo a Milazzo ma in tutto l’hinterland di cui lui era l’editore, e mi invitò a partecipare. Volevo addentrarmi nel mondo del giornalismo e lui mi offri la possibilità di certificare i miei pezzi pubblicandoli e consentendomi due anni dopo di iscrivermi all albo dei giornalisti. E in questi due anni mi insegnò il mestiere, dalle radici come fa un artigiano. Tutto. Mai autoritario, sempre sul pezzo qualunque argomento andassimo a discutere in redazione. Lui sapeva tutto. Un uomo colto capace di ascoltare quello che avevi da dire e di riprenderti con grande garbo. Furono anni intensi di vero apprendistato. “Devi avere la capacità di far continuare a leggere il tuo articolo dopo il secondo rigo”: questo il suo primo insegnamento a cui ne seguirono tanti altri! Io ero un foglio bianco e, fattore non trascurabile, ero una ragazza, perciò lui mi insegnò pure come gestire le interviste: mai accettare interviste pre impostate, mai lusingarsi dei complimenti, insomma testa alta e sicura di me: questo era il suo obiettivo. Centrato! Poi, iniziò la crisi della carta stampata, c’era meno gente disposta a scrivere e far nascere il giornale tutte le settimane e allora che si fa? Non chiudiamo. Noi giovani di redazione e pieni di entusiasmo decidemmo di assumerci tutti i rischi di produrre un giornale “famoso” nutrendoci nelle notti di stampa solo dell’inchiostro che scorreva sulla macchina. E lui supervisionava, ci lasciava fare orgoglioso in volto ma mai ce lo disse…
Dopo un certo tempo, mi fu offerto di passare al Giornale di Sicilia spaziando dalla cronaca allo sport; seppur con amarezza, lasciai quel piccolo appartemento in cui le parole prendevano vita, e decisi di compiere il salto. Ricordo ancora la telefonata tra noi due e le parole che mi disse: “Non dimenticare mai quello che hai fatto finora”. Temeva infatti che la realtà di una grande testata mi potesse ingoiare… Fortunatamente non fu così. Dopo qualche tempo ebbi la possibilità di entrare in un gruppo i cui componenti erano molto più grandi di me e provenivano da un’esperienza giornalistica soltanto studentesca, addirittura vissuta decenni prima. Ispirati dalla satira e dalla goliardia, molti di loro avevano vissuto gli anni della contestazione giovanile e difficilmente si sarebbero piegati alle logiche del potere e del sistema politico. Nacque Terminal, periodico d’informazione controcorrente. Fui la prima direttrice, e non nascondo che tenere a bada quel manipolo di ex studenti rimasti goliardi e trasgressivi era un’impresa! Ma avevo avuto un ottimo Maestro, che ancora oggi ringrazio: per il tempo dedicato a me, per avermi formata, per la sua infinita cultura. Ci mancherà, prof!”
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