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RICORDANDO NINO SARAO’… UN ANNO DOPO…

“Vivere giorni con la paura di una scadenza sempre più prossima e la cupezza di un cielo carico di nubi. Vivere giorni con il coraggio di un guerriero sempre piu forte e la bellezza di un cielo carico di stelle”.

Era questo lo spirito con il quale Nino Saraó affrontava la sua malattia, la stessa malattia che la notte scorsa lo ha portato via per sempre. Lo si evince da questa frase affidata alla sua pagina fb poco più di un anno fa, dalla quale emerge l’inevitabile fragilità, al cospetto di un terribile nemico da affrontare, ma al tempo stesso un sussulto di forza e coraggio per restare comunque aggrappato a quella vita che amava tanto.

Nino Saraó era originario di Bastione, cresciuto tra gli affetti sinceri e autentici di quella porzione della Piana di Milazzo, con papà Angelo, la mamma Checchina e gli inseparabili Giovanni e Pina, rispettivamente fratello e sorella. Nino era uno di quei ragazzi che non passava inosservato, vuoi per l’altezza, vuoi per il suo volto da bravo ragazzo. La passione per il calcio, in quel Bastione dove militavano gran parte dei suoi inseparabili cugini, oltre al fratello Giovanni. Era un bel terzino, ricordano coloro che hanno condiviso con lui allenamenti e partite. Finiti brillantemente gli studi scolastici, si iscrive all’Università, in Chimica industriale. Conseguita la laurea, entra a far parte di una multinazionale, la Procter&Gamble, diventando in breve tempo uno stimato e valente manager. Quindi il trasferimento definitivo a Roma, in quella sua seconda vita con a fianco la moglie Aurelia e la figlia Giulia.

Passano gli anni nella Capitale, ma il richiamo della sua terra e di tutti gli affetti che vi ha lasciato si fa sentire talmente tanto che ogni estate ritorna in Sicilia. Lo ha fatto fino all’ultimo. Proprio questa estate, era stato il promotore di una cena con tutti i cugini e gli affezionatissimi nipoti. Una bellissima serata trascorsa tra ricordi, sorrisi abbracci e tante foto, con la promessa di ritrovarsi nuovamente il prossimo anno. Lo avrebbe voluto tanto Nino, ma purtroppo ci ha lasciati prematuramente ed inaspettatamente, a neanche un mese da quella che oggi suona tristemente come un’ultima volta. In quella occasione, aveva raccontato a tutti con orgoglio, misto a delusione, della finale di Champions League che era andato a vedere ad Instanbul. Nonostante la sconfitta della sua Inter, altra grande passione, raccontava la soddisfazione per quella esperienza che sicuramente lo aveva fatto sentire in forze e pieno di entusiasmo.

Non ha mai mollato Nino, fino all’ultimo. A 67 anni, che avrebbe compiuto fatalmente oggi, sentiva di doverla ancora mordere la vita. Quella vita circondata da parenti, amici, colleghi di lavoro che hanno voluto bene all’uomo e hanno stimato il professionista, per le tante virtù, per il suo modo di essere brillante ed elegante, per l’altruismo e la generosità nei confronti della famiglia e dei suoi affetti più cari.

Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, in questo momento lo piange e sente un vuoto incolmabile. Ci mancherai Nino. Oggi il cielo è cupo e carico di nubi come tu scrivevi. Ma presto tornerà carico di stelle, come speravi, e noi potremo vedere brillare la tua.

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