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RICORDO DEL PROF. PASQUALE FORMICA

Se ne andava in silenzio dieci anni fa il prof. Pasquale Formica. E a parlarne oggi, prendono vita i ricordi della mia adolescenza, della giovinezza, della maturità. I primi a rivivere sono gli anni del bar Castelli, punto di incontro della Milazzo degli anni del benessere economico, in cui il giovane Pasquale Formica era il proprietario del locale. Erano gli anni di papà, quarantenne ed apprezzato barman, che gli stessi Formica stimavano. Erano gli anni del mio impegno nello sport e nella politica, passati via lasciando tracce indelebili nella mia formazione e nel mio carattere. Erano gli anni del Liceo, quando ebbi come docente di matematica e fisica la prof.ssa Piraino, la moglie del prof. Formica: nonostante la mia esuberanza giovanile e la voglia di goliardia, per la prima volta avevo sentito su di me una grande responsabilità. Cosa avrebbe pensato di me quella giovane insegnante se io non avessi studiato e non avessi dato il massimo, così come si aspettava? E se ne avesse parlato con mio padre? Non la delusi, e fu l’anno che apprezzai quelle due materie, che mi tornarono utili in seguito.

Con il passare degli anni, in una città come Milazzo non ci si perde di vista. Il prof. Formica insegnava all’Università di Messina, ed era un riferimento per tanti milazzesi che in lui trovavano il padre di famiglia e l’amico al tempo stesso, pronto a perdonare qualche lacuna agli esami. Ma nessuno dei suoi concittadini osava approfittarne, e proprio costoro erano gli studenti più preparati; e lui ne andava fiero!

Ebbi modo di incontrarlo molte volte, quando fui nominato Commissario per gli Esami di Stato nelle discipline statistiche. E avendomi cresciuto, mi dava consigli, che seguivo puntualmente. Finchè un giorno mi propose di fargli da Assistente: la mia presenza gli dava fiducia e lui sapeva di poter contare su di me. Fui costretto a rifiutare perchè dirigevo l’Ufficio di Statistica del mio comune; a malincuore glielo comunicai, temendo di dargli un dispiacere. Comprese le motivazioni, e mi raccomandò di agire sempre con correttezza, evitando gli eccessi, applicando le metodologie nelle indagini, con obiettività e senza lasciarmi condizionare dalle logiche politiche nella diffusione dei dati e dei risultati. 

Vedevo sempre il prof. Formica, e mi faceva piacere intrattenermi a parlare con lui. Mi abbracciò commosso quando papà andò via per sempre: non mi disse nulla, e con quell’abbraccio aveva trasmesso solidarietà, amicizia, affetto, fratellanza. Poi, sorridendo, aggiunse, quasi a volere smorzare il clima di quel momento “Ti ricordi quella famosa partita contro la Russia, quando lui aveva scommesso contro l’Italia, che aveva invece pareggiato all’ultimo minuto?“. “Lo ricordo eccome! Io esultavo – aggiunsi – e lui si arrabbiò perchè aveva perso la scommessa...” “E ti vulia caricari ‘u sceccu…!“, e via con una risata, come al solito!

Avevamo ricordato decine di volte quell’avvenimento, con il prof. Pasquale, con il ragioniere Franco, il fratello, e con tanti altri al bar Castelli! Non perchè lo avessero dimenticato, ma solo per divertirsi e aggiungere che Andrea era solito porsi come spirito di contraddizione, anche di fronte a risultati evidenti! Il prof. Formica lo conosceva bene e gli voleva tanto bene, come tutti quelli che lo conoscevano, e ai quali lui ricambiava con rispetto e sincera amicizia!

A noi figli aveva insegnato a rispettare sempre i suoi amici, caro professore Formica! A dieci anni dalla sua partenza, continuo a voler bene a lei, caro professore!

A proposito… cosa fate lassù? Lo ha incontrato? E’ cambiato o è sempre lo stesso? Come? Andrea non cambia mai? Beh, questo lo sapevamo, ma se lei lo conferma, non ho motivo di dubitarne… Si è ricostituito il gruppo del vecchio Bar Castelli? Suo papà, suo zio Ciccio, mio compare Saro, comare Maria, Santo Calascione, Nino Milone, Salvatore Indelicato… Franz e i suoi fratelli, Ciccino, Pasqualino, il signor Mazzù… Ciccio Salamone, Fano Farina, il principe Umberto De Gaetano… Giovannino Gitto… Aurelio Calderone… Ciccio Magistri… insomma, un bel gruppetto. Non vi fate mancare niente, e continuate a proteggere i vostri cari, rimasti qui… 

Un abbraccio, caro professor Formica. Anche a tutti quelli che sono lassù. Con sincero affetto. 

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