ERA IL 2015, IL PRIMO GIORNO D’AUTUNNO. QUELLA FU L’ULTIMA SUA INNOCUA BATTUTA DI PESCA…
Mimmo Barresi, 70 anni, coniugato, padre di tre figli, abitava a Fiumarella, ed a Milazzo era molto conosciuto per la sua passione per il mare e le innocue battute di pesca. Amava immergersi, con una tuta da sub, per esplorare i fondali alla ricerca di piccole prede, per una passione che durava fin da bambino. Anni in cui tutti noi, con la vecchia marina Garibaldi a due passi ed il suo mare limpido, ci spostavamo in equilibrio precario, da uno scoglio all’altro, scendendo da quella scaletta che ancora esiste, quasi alle spalle della Statua alla Libertà, nel tentativo spesso andato a buon fine di staccare patelle, ricci, o prendere frutti di mare che sarebbero serviti per le successive battute di pesca, attaccando questo nostro bottino agli ami. E poi facevamo sfoggio di abilità cercando di risalire non dalla solita scaletta, dalla quale eravamo scesi, ma con la forza delle braccia su per il muro in pietra lavica, senza trovare mai un appoggio su cui posizionare i piedi bagnati. Tentativi che riuscivano solo con il passare del tempo, e man mano che crescevamo, ma i nostri idoli erano proprio i più grandi, anche se la loro età era 12 o 14 anni. E Mimmo era più grande, e a lui dovevamo rispetto proprio in virtù di quell’età che faceva la differenza… Anche se era cresciuto anche lui, come una miriade di altri ragazzi, nella Sena, Piazza Perdichizzi, dove il più grande ed il più piccolo erano coetanei…
Era orgoglioso, Mimmo, perchè era stato citato assieme ai suoi fratelli e ad altri amici d’infanzia nel libro DALLA SENA IN POI… del quale, fermando improvvisamente un giorno la sua inseparabile vespetta, aveva chiesto di averne una copia con una dedica personalizzata. Un legame che voleva mantenere con quel mondo passato e con i vecchi amici di un tempo, rimasti tali a dispetto degli anni e dei capelli bianchi! Amicizie sincere, leali, disinteressate, che durano in eterno e costituiscono il ricco bagaglio che porteremo con noi. E nel libro che non ha mai letto, ALTRO GIRO ALTRA CORSA, a lui era stato dedicato un intero capitolo, per essere consegnato alla storia di una città fatta di protagonisti umili, semplici, sinceri. Una Milazzo in cui oltre a ricordare i nomi di politici, medici, professionisti, artisti, letterati, devono trovare spazio anche quegli amici meno fortunati di noi che sono partiti prima, quando ancora davanti avevano una vita da vivere, lasciandoci nel dolore, a ripensare ad anni spensierati e sereni!
Quel primo giorno di autunno di cinque anni fa, Mimmo, uno dei ragazzi della Sena, figlio di Salvatore Barresi, Cavaliere di Vittorio Veneto, e di “donna” Stefana, fratello di Enzo, di Maurizio, di Franca, era giunto in marina, per continuare il suo incontro con il mare. Era un amore diventato negli anni una passione, che lo aveva avvinto e non gli dava tregua. A dispetto dei suoi 70 anni, Mimmo non esitava a tuffarsi in acqua, nello specchio antistante il Lungomare, per esplorare i fondali. Sempre gli stessi, dopo la mareggiata del 1981, che aveva trasformato drasticamente la flora e la fauna marina. Mimmo pescava piccoli pesci, polipi, ricci, patelle… E lo faceva in ogni stagione, anche se gli anni passavano, anche se le sue condizioni di salute non glielo avrebbero più consentito. La sua inseparabile vespetta bianca, la sua andatura caracollante e caratteristica, la tuta da sub e giù in acqua. Un passante aveva visto, verso le 8.30, il corpo di un sub galleggiare, trasportato dalla corrente. Immediato l’allarme alla Capitaneria, che aveva attivato la motovedetta per prestare i soccorsi del caso. Era apparso subito chiaro che era successo qualcosa di irreparabile. La corrente aveva sospinto il corpo, fra la banchina del Lungomare e gli scogli frangiflutti, verso la spiaggetta del Circolo Tennis e Vela. Le ricerche sulla vespetta del povero Mimmo hanno permesso di risalire alle generalità della persona che si era tuffata poche ore prima in acqua: nessun dubbio, anche se si attendeva il riconoscimento ufficiale, fatto proprio da me, amico d’infanzia, che conoscevo le sue abitudini. Il figlio Salvatore, titolare di una scuola di ballo a Milazzo, PAM PAM, aveva dato la triste conferma: era papà… Una sola amara dichiarazione, per scaricare la tensione: “Non volevamo, ma la passione era più forte di lui. Aveva avuto un problema di salute, gli abbiamo impedito di indossare la tuta subacquea, per due volte gliel’abbiamo addirittura nascosta. Niente da fare. Ne aveva acquistata una terza…“.
Non sapremo mai cosa sia successo, probabilmente un malore. Non indossava più la maschera, e forse appena avrà avvertito che le sue condizioni non erano ottimali, l’avrà tolta lui stesso… Il mare lo ha tradito, ma al tempo stesso ha avuto pietà di lui, lasciando che il corpo rimanesse a galla e non si inabissasse, per essere trasportato dalle correnti chissà dove.
Sì, forse il mare, per farsi perdonare del male che aveva fatto a chi lo amava tanto, lo ha cullato dolcemente, quindi lo ha trasportato delicatamente fino alla spiaggia. Il mare lo ha tradito…
Sono stato fra quelli che lo hanno visto per l’ultima volta, quella mattina di cinque anni fa, su quella spiaggia. Ho voluto guardarlo a lungo prima di andare via, per cogliere in quel volto, in quella smorfia di dolore rimasta impressa, un messaggio, un saluto, un segno incancellabile ed una testimonianza di affetto. Ed ancora oggi mi chiedo: perchè proprio io, Mimmo? Perchè sono stato chiamato proprio io a vederti per ultimo? Ma non riesco a darmi una risposta, forse è stato solo il caso, il destino, una tragica e inspiegabile coincidenza.
Forse perchè avrei dovuto testimoniare il tuo passaggio su questa terra, la tua presenza in quella piazzetta, un fraterno rapporto di amicizia che non è stato mai messo in discussione e che durava da sessant’anni! E scrivere che tu, come tanti altri, sei stato uno di quelli che è andato via per sempre, a tornare bambino, e correre lassù, nell’immensità di prati sconfinati, assieme a Giulio “Maccagnano”, e all’altro Giulio “Papagno”, e a Lucrezia, e a Mario “Pollicino”, a Renato Cambria, a Oreste Picciolo, a Checchina e a Santa Doddo, a Francesco Formica, a Serafino, a Sara, a Enzo Gitto e ad altri amici di ieri… Ecco, forse volevi dirmi questo, anche se non dimenticherò il tuo volto, in quel primo giorno d’autunno di cinque anni fa; ma preferisco ricordarmi di quel volto disteso e sorridente, corrucciato ed arrabbiato, sereno e divertito di un ragazzino in quegli anni vissuti in una piazzetta, nel cuore di Milazzo, tantissimi anni fa… liberi di correre, di giocare, di divertirci! Di sognare il futuro! Di vivere spensierati!
OGGI, 23 settembre, ALLE ORE 19, MIMMO sarà ricordato nel corso di una messa celebrata in suffragio presso la chiesa di S. Maria Maggiore a Milazzo.
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