ECCO UNA RICERCA DEL NOSTRO DIRETTORE, DOTT. MARCO GRASSI, DEVOTO DI SAN FRANCESCO DA PAOLA…
Antonio da Padova e Francesco da Paola, tra i Santi più venerati e conosciuti di tutto il Meridione, hanno la particolarità di essere passati dalle città di Messina e Milazzo. Il primo nel 1221 ed il secondo nel 1464, percorsero a piedi un tratto del territorio peloritano per raggiungere Milazzo o Messina. Antonio, naufragando di ritorno dalla missione in Africa, approdò nel mese di Gennaio a Capo Milazzo dove si rifugiò per qualche settimana in una grotta, divenuta in seguito luogo di culto e chiesa. In seguito raggiunse Messina, ove sostò per alcuni mesi nel primigenio convento francescano del Boccetta. Il futuro celebre Santo di Padova del suo soggiorno messinese lascerà un pozzo fatto scavare da lui ed una mattonella macchiata del suo sangue. Nell’approssimarsi dell’estate il Santo raggiungerà l’Umbria insieme a dei frati messinesi e conoscerà lo stesso Francesco d’Assisi. Mentre due secoli dopo Francesco di Paola, diretto a Milazzo per fondare il primo monastero del suo Ordine in Sicilia, dopo aver attraversato miracolosamente sul suo mantello le acque dello Stretto da Catona a Messina, raggiungerà a piedi la Città del Capo passando dall’abitato di Gesso. Il grande Santo di Paola costruì chiesa e monastero e rimase a Milazzo per circa tre anni. Possiamo dire con certezza che entrambi i Santi, a distanza di due secoli, percorsero lo stesso sentiero che valica i Peloritani. Un’antica strada, da sempre conosciuta, che utilizzava l’alveo della fiumara di Giostra per poi immettersi nella vallata della Badiazza, controllata dall’omonimo celebre monastero di Santa Maria della Scala, e quindi raggiungere e scavalcare il crinale dei Peloritani, per poi discendere verso il litorale tirrenico attraverso la fiumara Gallo o passando da Gesso. Come controprova che la vallata del Giostra era una delle principali vie di collegamento con il versante tirrenico è uno degli antichi toponimi con cui nei secoli venne indicata la fiumara. Si tratta della denominazione di fiumara di Milazzo come è anche indicato in due pittoresche incisioni londinesi del 1822.