Lo scorso 4 ottobre, giorno dedicato al Santo di Assisi, Salvatore DAVI’ scriveva sulla bacheca di facebook: “S. Pio ti prego ascolta le mie preghiere, aiutami a superare questo momento così difficile“. Chi ha letto il semplice ma accorato messaggio, non è riuscito a comprendere cosa, in quel momento, l’autore della supplica volesse significare. La abbiamo purtroppo capito stasera, quando è apparso un nuovo necrologio; uno dei tanti che si susseguono, come in una frenetica corsa in cui a nessuno piace arrivare primo, sui muri di questa città. Troppi per Milazzo, in cui l’ultimo viaggio non lo compie la persona avanti negli anni, ma chi di anni davanti ne ha ancora tanti. Salvatore Davì ci ha lasciati. Si è spento a Roma, dove era ricoverato per la lotta consueta ed impari lotta contro l’ennesimo tumore che ha stroncato la vita di un altro milazzese. Anche se lui non era di Milazzo, ma giunto da Patti ormai tantissimi anni addietro, era stato adottato da questa città, che amava. E tutti lo abbiamo conosciuto per il suo lavoro alle Generali. Da tempo era diventato uno dei nostri più assidui collaboratori, e in Terminal, dove in pochi si conoscono, se non quelli della redazione, forniva spunti e materiale su cui noi avremmo dovuto puntare il nostro indice, preparare la nostra satira, accusare e scuotere chi avrebbe il compito di intervenire. Segnalazioni semplici, che non avrebbero bisogno di finire sulle pagine di un giornale, e forse proprio per questo siamo i soli – purtroppo – a scrivere di carenze e lacune che rimangono tali, per lunghissimo tempo, raccogliendo i messaggi dei lettori che non abbiamo mai tradito. Non gradiva, Salvatore Davì, il lassismo, la totale indifferenza, l’abulia che si erano impadroniti di questa città; e spesso si sfogava con noi, perchè avrebbe voluto una Milazzo migliore da consegnare non tanto ai suoi figli, ma ai suoi nipoti. Se n’è andato per sempre lontano da Milazzo, cercando di sconfiggere, proprio lontano da Milazzo, quel male che si era impossessato di lui. Si è fidato di strutture dove i mezzi per combattere dovrebbero essere maggiori. Ma anche lui ha perso la sua battaglia… Me lo aveva confidato, qualche mese addietro, che stava lottando, come abbiamo lottato in tanti. Non ha vinto, Salvatore Davì. Ma non si è arreso. La sua speranza l’ha riposta, con un sentimento religioso che non è mai venuto meno e con una fede incrollabile, nelle mani del Signore. Alla supplica a Padre Pio ha fatto seguito l’accettazione del volere divino… “Sia fatta la Tua volontà, Signore…“. E si è addormentato per sempre, sereno.
Mentre noi, di fronte a quest’ennesima vittima del progresso e dell’inquinamento, avvertiamo ancora una volta la nostra impossibilità a lottare contro un male che sta decimando la popolazione, ma che nessuno vuole ammettere che il tumore sia la causa principale dei decessi in questa nostra Valle del Mela.
Addio, Salvatore, carissimo amico. Perdiamo un collaboratore importante, una voce libera… Ma i tuoi cari perdono un riferimento imprescindibile.
A loro vada il nostro abbraccio, e i sentimenti del nostro più sincero cordoglio…
Commenti