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SANREMO E’ FINITO! EVVIVA, SI TORNA ALLA NORMALITA’!

L’Italia si è fermata, ipnotizzata dalle luci del Teatro Ariston. I media hanno sospeso la loro normale disinformazione per dedicarsi anima e corpo al Festival della canzone italiana. Nelle case, nei bar, sui social, non si è parlato d’altro. Chi non era interessato è stato coinvolto lo stesso in qualche modo.

Abbiamo assistito al solito teatrino: dalla scelta degli “outfit”, alle polemiche costruite ad arte tra la collana persa di Tony Effe e la Lucarelli che spara a zero su Cristicchi, sino all’immancabile dibattito sulle canzoni. Nel mondo dipinto dai media, tutto là fuori si era fermato in attesa del vincitore. 

Ci siamo resi conto, qualora ce ne fosse stato bisogno, che i fruitori della musica sono i giovani: proprio quelli che un tempo siamo stati noi. Non c’è spazio ormai per Marcella o Massimo Ranieri, non ce ne sarà domani per Patty Pravo o i Nomadi o gli Stadio. Saranno fuori da Sanremo i soliti Venditti, al quale peraltro va il premio alla carriera proprio sul palco che lui ha sempre snobbato; De Gregori, Ligabue, Baglioni. 

Hanno fatto le loro apparizioni ottenendo un gradevole successo Cocciante, i Pooh, Renato Zero, Eros Ramazzotti: ma erano altri tempi; sono stati sonoramente bocciati Zucchero e Vasco Rossi, e se ne guarderanno bene dal tornare, tranne che come ospiti d’onore. 

Nessuno ha parlato male del festival che ha battuto ogni record di ascolto, e nessuno ha osato dire che i dati tengono conto dei televisori accesi, non delle persone che dormono sui divani e si svegliano nel cuore della notte per spegnere le tv. Come pure nessuno ha detto che 15 o 17 milioni sono ben poca cosa di fronte ai 25 milioni di Sanremo, realizzati quando la RAI aveva un solo canale: e non mi pare che gli altri canali, o reti, mettessero in onda programmi alternativi al festival nell’attuale settimana sanremese. 

Quindi, amici miei, si tratta di dati che lasciano il tempo che trovano, fatti per gli allocchi che continueranno a credere che l’asino voli…

Oggi commenteranno ancora tutto il giorno, poi da domani i media torneranno a occuparsi di altro, pronti a cavalcare la prossima onda emotiva, a costruire nuove bolle mediatiche. Intanto la radio libere sanno già cosa mettere in onda di questa edizione, i cantanti partiranno per i loro tour nelle varie città e nelle sagre paesane, mentre i cachet di chi non ha partecipato scenderanno vertiginosamente, e la RAI cercherà di accaparrarsi i diritti della prossima edizione, per garantirsi un giro milionario!

Dopo settimane se non mesi, martellati dal teatrino politico fatto di attacchi, risposte e toni da curva sud, la gente sfiancata da tali pantomime dal contenuto tristissimo poteva aver piacere a staccare la spina per buttarsi in qualcosa di più leggero come la kermesse sanremese. Del resto siamo in Italia e non ci si dovrebbe più stupire di questo.

La cosa che personalmente trovo più triste è che da domani torneremo ad essere fracassati dai duelli sterili fra sinistra e destra con derive che a mio parere sono ben più penose del peggiore dei festival di Sanremo. E non di poco.

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