SARO MARANO, leggete nel titolo: ma io lo avevo sempre chiamato dott. Marano, nonostante lo conoscessi dalla fine degli anni 60; nonostante avessimo in comune la stessa città di nascita.
Fu Assessore di una Milazzo migliore, quando fare politica era una missione e e un divertimento al tempo stesso. Quando lo stesso Saro Marano, rappresentante del PRI, fu chiamato a far parte della compagine amministrativa presieduta per l’undicesima volta dal dott. Stefano Cartesio. A lui fu assegnata una delega che apparentemente non avrebbe dovuto portare buoni frutti, lo Sport ed il Turismo. Invece tutto si realizzò proprio con quell’amministrazione nata il 12 gennaio 1988, quella che segnava, dopo una lunga lotta, l’entrata in Giunta del rappresentante del PCI, Tindaro La Rosa, come Assessore allo Sviluppo Economico e Vice Sindaco. Milazzo aveva formalizzato il suo compromesso storico, chiamando alla conduzione della città i comunisti e lasciando fuori i socialisti: e grazie all’assessore regionale al Turismo, on. Pino Merlino, che credeva fermamente nel ruolo turistico che la città di Milazzo ricopriva, il 2 giugno dello stesso anno il consiglio votò all’unanimità la richiesta di riconoscimento del Comune quale stazione di Soggiorno e Turismo, nonché la conseguente istituzione dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo.
Furono quelli gli anni del Paladiana e di tutte le manifestazioni che ruotavano attorno ad essa. Purtroppo il consiglio comunale dovette prendere atto dello scollamento della maggioranza, quando una delibera sull’inquinamento, presentata da trenta firmatari, venne approvata da 21 consiglieri: nove in meno del cartello. Per cui la successiva crisi, con le dimissioni approvate il 12 ottobre 1989. Nessuno, alla vigilia delle elezioni del 1990, sospettava la fine improvvisa della coalizione, che portò al un monocolore con la conduzione del solito Cartesioal quale, ancora una volta dovette traghettare la rappresentanza consiliare fino alle successive elezioni che si tennero il 6 maggio. Si era pertanto conclusa l’esperienza del compromesso storico, e si era concluso anche il compito di Assessore del dott. Marano.
Con lui ci incontrammo ancora, e negli anni successivi: il rapporto di amicizia nato all’inizio degli anni 70 si era solidificato, ma la nostra è un’età che non ci permette di fare progetti per il futuro. Con un velo di amarezza parlavamo di comuni amici che ci avevano lasciato, come se fosse giunto il momento di tirare le somme. Naturale che sia così, quando non si riesce ad infondere nell’altro la certezza che tutto è passeggero: ma Saro ritornava ad essere propositivo e combattivo, come sempre, festeggiando la sua seconda giovinezza circondato dai figli che si facevano grandi, dai nipoti che crescevano, da quelli che lo avevano conosciuto e stimato. L’ultimo regalo me lo fece quando si presentò con la moglie, la signora Marilù Saccà, per ritirare un attestato di fedeltà per i 50 anni di matrimonio, alla chiesa di S. Rocco.
Ma non era il Saro Marano che conoscevo: si sorreggeva con un bastone anche se la sua mente era lucida, come sempre d’altra parte. Se c’è una cosa che le ingiurie del tempo e l’incedere degli anni non possono scalfire, è la lucidità dei ricordi. E nel nostro breve incontro ho notato che in quell’uomo c’era tanta voglia di dare, di proporre, di suggerire.
Nessuno mi toglie dalla testa che se avesse avuto trent’anni di meno si sarebbe messo nuovamente in gioco: e non da solo, ma con altri suoi coetanei che oggi i giovani non conoscono, ma dobbiamo dire grazie a loro se è stato fatto tanto per questa città.
UNA MESSA IN SUFFRAGIO DEL DOTT. MARANO SARA’ CELEBRATA DOMENICA 30 MARZO ALLE ORE 18 NELLA CHIESA DEL SACRO CUORE.
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