CASTELLO: MA GLI AUTORI SONO “DEFICIENTI” O ALTRO?
In attesa che il settimo cavalleggeri, comandato dal generale George Amstrong Custer, noto per la sua audacia dimostrata sui campi di battaglia ma soprattutto per i suoi riconosciuti “attributi”, sopraggiunga in aiuto ai coloni assediati nel fortino (dei Castriciani?), bisogna resistere ad oltranza e difendersi, sino alla morte, dalle incursioni diurne e notturne degli indiani 2.0 che, muniti di bombolette spray, imbrattano, con le loro “poesie” il sacro muro esterno dell’antico maniero. A meno che l’azione fulminea, inaspettata e preventiva degli Alti Comandi di stanza nell’altro fortino ubicato sulla sponda del levante mamertino, renda superfluo l’intervento delle divise blu dell’Unione. Se ciò non bastasse, potrebbero entrare in azione le Ronde Padane o si potrebbero impiegare le milizie locali di volontari per individuare – muniti anche di visori notturni – e punire la banda degli “scarabocchi“ definita dall’anonimo scrittore di questo “Romanzo criminale” a puntate, prima come “deficienti“ e dopo, per non dire che sono figli di Troia (espressione usata nelle circostanze anche nelle zone del profondo nord da cui provengo) ha tirato in ballo letti, madri ed armadi! Ebbene, anzichè ricorrere a artificiosi giri di parole che potrebbero confondere il lettore, abituato tramite il linguaggio molte volte ironico e volgare del giornale ad immediate identificazioni, sarebbe stato meglio fornire una definizione che avrebbe tolto ogni dubbio: figli di troia, le cui bravate sono comunque ben “tollerate” dalla legge della Repubblica delle Banane in cui viviamo, dove i carnefici diventano vittime e le vittime carnefici. Nulla di nuovo dunque e nulla di cui meravigliarci.
Direi che questi cretini (stavo per dire teste di……, ma sarei trasceso eccessivamente), soffrono della sindrome di Casper……si sentono tanti piccoli fantasmi e per paura di sparire definitivamente, decidono di rovinare quello che anticamente i nostri pensarono di lasciarci in eredità, imbrattandolo. Son certo che con il senno di poi, gli antichi abitanti ed anche invasori di queste terre questo castello, visti i maltrattamenti subiti e l’abbandono nel quale viene lasciato, avrebbero volentieri evitata la fatica di costruirlo e di mantenercelo maestoso e fantasticamente solido, piuttosto che vederselo trattare cosi. Maltrattare un castello è un reato? Ma la pena è valida anche per gli amministratori che, per indolenza, incapacità ed assoluta impreparazione storico artistica, rendono questo tesoro allo stato in cui si trova? Sembra paradossale. Fosse stato mio, avrei circondato la proprietà di telecamere, avrei effettuato manutenzione del verde sistematica e, soprattutto, lo avrei reso fruibile ad ogni attività a sfondo turistico e promozionale degna del luogo. Invece questo ammasso di pietre, in mano pubbliche incapaci, si ritrova a dover far fronte a dei novelli artisti rupestri. Solo che i “cavernicoli”, quelli originali, indicavano scene di caccia, di vita quotidiana; quelli moderni, quelli nostri, solamente minchiate di cuore e tra l’altro scritte in maniera decisamente scolastica. Che vogliamo augurarci in tutto questo trambusto? Che una amministrazione salita a furore di popolo (se rifacessimo le elezioni oggi, molti se non la maggioranza degli elettori di Formica & company, voterebbero altri dimenticando la loro “passione”, come da prassi italiota del cambio di bandiera, ed in Italia di esempi ne abbiamo a centinaia), si è dimostrata impreparata a risolvere anche le piccole gestioni quotidiane? Stiamo accumulando talmente tanti imprevisti e problemi, che sembra di vivere in un paradosso spazio temporale. Siamo in attesa di risvegliarci da questo incubo politico amministrativo assurdo. Come si fa ad essere credibile, agli occhi dei concittadini, se non si mantiene in maniera decorosa la propria città? Come si fa ad essere considerati capaci di gestire una città (nemmeno tanto grande), come Milazzo, se facendo un giro, con amici venuti da fuori, la prima idea che si fanno è di città abbandonata? Mi rendo conto che son partito dal “cazziare” il solito manipolo di cretini murali, per finire con il lamentarmi dell’amministrazione. Ma credo che tutto sia collegato. Non mi aspetto vigili urbani che girino di notte a fare turni in difesa del territorio, ma lo spero. Non mi aspetto che un sindaco ed i suoi assessori, con tanto di “esperto” di fondi europei (o presunto tale), reperiscano le somme necessarie per recuperare e dare un contegno (degno della sua storia) ad un castello vera e propria opera d’arte, ma lo spero. Non mi aspetto che un sindaco difenda e proponga progetti di sviluppo turistico per una città che, lo ribadirò fin che campo, in mano a romagnoli o veneti, sarebbe una perla turistica invidiatissima, ma lo spero. Ed invece, quotidianamente, ci ritroviamo a far conto dei danni che i cittadini, padri degli scrittori murali (di qualche padre cretino questi devono essere figli), regalano alla cittadinanza. Io penso sempre che la maggior parte della città sia sana e vogliosa di riscatto; ma sembra che la parte marcia di Milazzo, stia prendendo il sopravvento. Aspetto lo scatto di orgoglio di quella parte realmente milazzese e sana, per far rinascere una città morente. Ma ci vuole anche un capo degno di questa rivoluzione, ed onestamente non ne vedo. Aspettiamo fiduciosi, sperando che nel frattempo le mura antiche non vengano totalmente imbrattate. Alla Redazione, come sempre, grazie per l’attenzione.