Tornerà al Sacro Cuore, in quella chiesa dove era cresciuto e dove ci eravamo conosciuti oltre cinquant’anni fa. Erano gli anni dell’espansione edilizia, con la città che si estendeva oltre il vecchio nucleo urbano attorno al quale gravitavano i casali, la via Umberto I, Vaccarella, la Sena, San Papino… Tutto il resto era lontano, irraggiungibile: lontano era San Paolino, oltre il passaggio a livello, lontanissimi Santo Pietro e le frazioni. Estrema periferia era anche San Giovanni, figuriamoci il Capo ed il Tono,
Erano gli anni in cui attorno ad una chiesetta appena costruita, guidata da un sacerdote arrivato da Barcellona, Padre Cutropia, si cominciarono a radunare frotte di ragazzini, la cui età variava dai dieci ai quattordici anni, ma tutti legati da una voglia irrefrenabile di scoprire il mondo che si apriva al di là dei confini delle nostre primitive zone di residenza.
Fu in quegli anni che conobbi Mario Parisi, che abitava proprio in quella piazza, nelle casette alle spalle del Mulino. Con Mario, conobbi anche Sergio, Valerio, Salvuccio, Mario Pennisi, Armando Bonanno, Salvatore Ullo, Tommaso Sofia e tanti altri ragazzi, che abitavano in quella parte di Milazzo fra la stazione, il mulino e il viale Alberato… e parecchi dei quali oggi non ci sono più…
Anni senza preoccupazioni, quelli che sto ricordando.
Anni che passano in fretta e che ritornano quando, come ora, uno di noi non c’è più.
Non ci eravamo persi di vista con Mario: in una città nella quale ci conosciamo tutti i contatti rimangono, fino a quando le circostanze ci fanno incontrare in ambienti diversi.
Ed allora rividi Mario Parisi in quella grande famiglia che era il Comando Vigili Urbani di Milazzo.
Era il 1° aprile 1981, assieme a lui ritrovai parecchi amici e coetanei, tutti con una divisa addosso, tutti a lavorare per il bene comune e per la nostra città.
Era sposato con Sara, sorella di Aldo Talotta, uno degli atleti di punta della Nino Romano degli anni 60. Aveva tre figlie, ed una grande passione per la pesca. All’interno dell’ufficio si alternava con Pippo Di Salvo, in una turnazione stabilita dal Comandante e dal Vice Comandante per lo svolgimento delle pratiche quotidiane ma soprattutto per coordinare i servizi e i collegamenti con l’amministrazione.
Fu a lui che mi affidarono, conoscendo la sua scrupolosità, per insegnarmi a svolgere le pratiche: mi raccomandò discrezione, senso del dovere, disciplina, correttezza, segreto d’ufficio, e non lo delusi. E quando fui promosso Brigadiere, non feci mai prevalere il mio ruolo, avendo rispetto per l’anzianità dei colleghi che si trovavano all’interno del Comando prima di me.
Un rapporto cordiale, il nostro, anche per gli anni che seguirono, quando fui destinato ad altri incarichi, poichè prevaleva la comune provenienza da un ambiente che ci aveva visti crescere e l’educazione ricevuta dalle nostre famiglie.
Andò in pensione prima di me, ma fu aggredito da una malattia che giornalmente lo minava nel corpo. Una lenta, inarrestabile, vana lotta contro un nemico infido che lo tormentava giorno dopo giorno, senza lasciargli scampo. Speravamo in cuor nostro che riuscisse a vincere, ma la nostra era solo l’illusione di non deporre le armi, di rivederlo in giro nel pieno delle forze… Purtroppo non ce l’ha fatta, si è spento a casa sua stamattina, nel suo letto, fra i suoi cari, debilitato nel fisico ma non nello spirito.
E andato via, Mario Parisi, vecchio compagno della nostra giovinezza, vecchio collega del Comando Vigili Urbani, vecchio validissimo maestro che mi permise, in poco tempo, di muovermi in maniera indipendente e progredire anche nella mia carriera. Lo ricorderò sempre, non posso dimenticare il passato che ritorna, e sempre lo vedrò dietro quella scrivania, riconoscendo fra mille la sua calligrafia, in quelle pratiche archiviate con scrupolo, e le sue lezioni di vita, indispensabili per crescere e maturare.
Abbraccio con affetto fraterno Sara e le sue figlie, i nipoti, tutti i suoi cari…
Ciao, Mario… che Dio ti accolga fra le sue braccia.
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