REFERENDUM, L’OBIETTIVO E’ QUELLO DI DIFENDERE SENZA PREGIUDIZI LO SPIRITO E I VALORI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE
Ha preso il via a Milazzo la campagna referendaria del Comitato per il No alla proposta di revisione del Titolo V della parte II della Costituzione contenuta nel ddl Boschi, e per la promozione di un referendum abrogativo sulla legge elettorale denominata Italicum. I promotori del Comitato, tra cui figurano Bartolo Cannistrà, Masino Cavallaro, Claudio Graziano, Antonio Nunzio Isgrò, Luigi Lima e Filippo Russo, rappresentanti del coordinamento provinciale di “Democrazia Costituzionale”, hanno organizzato un incontro svoltosi nel pomeriggio di lunedì 6 giugno nell’Auditorium della Chiesa del Sacro Cuore, per sensibilizzare la cittadinanza sulle ragioni del NO alla riforma costituzionale e raccogliere le firme per il referendum sull’Italicum. Ad illustrare i motivi che hanno spinto il gruppo a cimentarsi in questa missione civica è stato soprattutto il prof. Bartolo Cannistrà, supportato nella sua orazione da una serie di diapositive proiettate su uno schermo e raffiguranti alcune scene tratte dal periodo di grande effervescenza sociale da cui è scaturita la Costituzione che da settant’anni garantisce la tenuta democratica del nostro Paese; nonché immagini di tanti protagonisti di allora, come i Padri Costituenti, i quali diedero vita, accomunati da un intenso afflato etico e patriottico, a un documento di straordinario valore, risultato della sintesi tra le differenti e spesso tra loro inconciliabili culture e ideologie delle forze politiche che componevano il Comitato di Liberazione Nazionale durante la guerra di Resistenza. “Vogliamo difendere, senza pregiudizi, lo spirito e i valori fondamentali della nostra Costituzione” ha esordito il prof. Cannistrà, il quale si è mostrato particolarmente critico verso il metodo di approvazione della riforma e la personalizzazione che il presidente del Consiglio ha conferito alla consultazione referendaria di ottobre. “Il nostro è un atto di impegno etico e civile, né pro né contro il governo Renzi. Le riforme costituzionali, nei Paesi democratici, non si approvano per far cadere questo o quell’uomo politico: i politici passano, la Costituzione resta”. Rispondendo poi alle accuse di conservatorismo rivolte a chi si oppone alla riforma, il professore ha aggiunto: “Se si tratta di preservare l’art. 1 e il principio di tutela del lavoro, allora ben venga l’essere conservatori. Rifiutiamo i cambiamenti affrettati e pasticciati. La Costituzione si deve e si può cambiare, ma il cambiamento deve servire a moralizzare la politica e a combattere lo spreco politico del denaro pubblico e il trasformismo. Ricordiamoci che la Costituzione appartiene a tutti e non può essere modificata dalla maggioranza del momento per un pugno di voti”. Dopo aver citato la definizione di processo costituente elaborata dal giurista e filosofo austriaco Hans Kelsen (“ricerca del compromesso costituzionale sulle regole del gioco democratico”), il prof. Cannistrà ha smentito l’ipotesi di instabilità prospettata da chi teme le dimissioni del governo in caso di vittoria del NO: “Non è vero che ci sarà l’instabilità. Se vi sono maggioranze compatte si riuscirà a governare, come si è sempre fatto”. A proposito di maggioranze, il docente ha pure ricordato la sentenza della Consulta che ha sancito l’incostituzionalità del Porcellum, nella parte in cui questo prevedeva il premio di maggioranza: “La Corte Costituzionale aveva bocciato il Porcellum perché violava il principio di rappresentatività. La riforma attuale è stata approvata da un Parlamento delegittimato, non rappresentativo del corpo elettorale, perché, a causa del premio di maggioranza, non rispecchia in modo proporzionale i voti espressi dagli italiani. Questa maggioranza risicata, ottenuta grazie al Porcellum, ha permesso di approvare la riforma”. Concludendo con un appello ad unire le forze in difesa della Carta del 1948: “Dobbiamo salvaguardarla, è costata troppi morti”. Infine è stata la volta di brevi considerazioni da parte di altri esponenti e sostenitori del Comitato, tra cui il prof. Filippo Russo, per il quale l’obiettivo prioritario dev’essere la “tutela dei motivi ideali che hanno spinto i Costituenti a scrivere la Costituzione”, in primis il principio di solidarietà di matrice cattolica, “basato – come ha detto – sull’esigenza di rispetto e sul primato della persona umana, che ci deve sempre guidare come cittadini”.
Francesco D’Amico