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SIGNORI DEL GOVERNO, NESSUNO SI ACCORGE CHE FRUTTA E VERDURA HANNO PREZZI DA CAPOGIRO?

Ci sembra di tornare ai primi giorni dell’euro, quando la conversione non fu fissata, per molti, a 1936.27 lire, ma a molto MOLTO meno. Per cui UN EURO, per facilitare i conteggi di molti venditori, fu equiparato a 1000 LIRE! Con la conseguenza che quel che il giorno prima costava 5 mila lire, diventò 5 euro, l’equivalente di poco meno di DIECIMILA LIRE! Ma chi acquistava doveva sborsare cinque euro (nella nuova banconota che rassomigliava alle vecchie 500 lire), quindi quasi DIECIMILA LIRE! Il Governo non pensò di correre ai ripari, scovando e perseguendo i furbastri che dalla sera alla mattina avevano aumentato i profitti. E che nei giorni e nei mesi successivi avrebbero continuato a guadagnare sulla pelle del popolo, degli acquirenti, dei consumatori. Fu allora che qualcuno si rese conto che una parte sempre maggiore di Italiani non ce la faceva ad arrivare a fine mese, con le associazioni dei consumatori che denunciarono quel che stava accadendo nei mercati, nei negozi, nelle pescherie, ma con il Governo che, bontà sua, faceva orecchio da mercante e non dava peso alle lamentele legittime che si levavano da più parti! E guai a dare la colpa all’euro! In quegli anni i vertici istituzionali, che l’avevano sollecitato e fatto imporre (guarda caso sono gli stessi che oggi tuonano contro l’attuale governo) non volevano sentire ragioni: l’euro è la moneta della nuova Europa, guai a chi ne parla male!

Da prima che cominciasse la guerra fra Russia ed Ucraina di chi è la colpa se i prodotti ortofrutticoli non accennano a diminuire! Prezzi al limite della pazzia! Una lievitazione sconsiderata che ha colpito anche i mercatini e gli ambulanti. E se da anni i prezzi non sono diminuiti, significa che non sono facilmente abbordabili per molte tasche.

Si tratta per la massima parte di ortaggi che vengono prodotti in serra. In più, molti hanno provenienza locale, mentre altri vengono importati dall’estero (è il caso dell’iceberg che viene dalla Spagna!). E’ anche vero che ai produttori locali certi prodotti vengono pagati una miseria, ma se diciamo che anche loro stessi ne hanno approfittato, nelle vendite dirette, ci credereste? Per cui non può essere tirata in ballo la solita filiera per giustificare aumenti illegittimi ed illeciti! Nè può valere come scusante la sempre maggiore richiesta di verdure destinate all’alimentazione per spingere i prezzi verso l’alto!

Anche nella nostra Sicilia i prezzi al produttore hanno subito oscillazioni e sugli scaffali i prodotti sono intoccabili! Ed allora? Che controlli vengono effettuati? Come mai si permette questa speculazione sempre crescente che porterà il prezzo dei prodotti, nei giorni o nei mesi futuri, ad essere ritoccato di poco, così come sta avvenendo, e a stabilizzarsi su valori proibitivi? Lo sapete che ci sono compagnie di autotrasporti che ritoccano il prezzo degli abbonamenti verso l’alto quando aumenta il carburante, ma non lo diminuiscono quando cala? E se il carburante dovesse aumentare nuovamente, dopo la consistente diminuzione, stabilizzandosi però sotto la punta massima raggiunta qualche mese prima, il prezzo dell’abbonamento crescerebbe nuovamente?

Andando avanti di questo passo, chi proporrà prezzi di gran lunga inferiori, e ci riferiamo ai centri commerciali e agli ipermercati, avrà un numero sempre crescente di clienti, mentre i negozi di vicinato, quelli sotto casa, non potendo reggere i confronti, si lamenteranno per avere perso i clienti, per non essere in grado di reggere i prezzi, e soprattutto perché per loro si potrebbe profilare la cessazione dell’attività. La chiusura, con il conseguente licenziamento dei dipendenti! Ma non è proprio così: i prodotti che troviamo a prezzi più bassi non soddisfano le richieste della clientela, che non si accontenta di prodotti di seconda o terza scelta!

Ma se la verdura aumenta, la frutta non è da meno! Mele e pere che sfiorano i CINQUE EURO, poco meno delle vecchie DIECIMILA LIRE, con arance tirate a lucido che vengono offerte a prezzi stracciati, così come le banane; e chi più ne ha, più ne metta! Gli esempi sono tanti, e chi va a fare la spesa potrebbe allungare questa lista.

Non riusciamo a spiegarci invece perché tanti ambulanti pratichino gli stessi prezzi dei commercianti a posto fisso, non avendo altre spese da affrontare e non rilasciando, molto spesso, nemmeno lo scontrino fiscale!

Casi strani della vita!

Colpa dell’euro? No, colpa del maledetto vizio che abbiamo di mangiare!

Se ce lo togliessimo, anche i prezzi, venendo meno la richiesta, scenderebbero.

Che ne dite, ci proviamo? 

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